L'interesse della moderna fitoterapia in merito al Crocus sativus (Iridaceae) si è molto intensificato negli ultimi anni, principalmente a partire dalla scoperta delle proprietà antidepressive attribuibili ai principi attivi volatili (safranale) e non volatili (crocina, picocrocina e crocetina) contenuti nei preziosi stimmi di questa rinomata pianta officinale mediorientale. Alcuni studi in vivo, solo pochi anni fa, hanno evidenziato proprietà sia anticoagulanti sia procoagulanti a carico dello zafferano, con riferimento alla riduzione osservata della conta piastrinica, dell'Inr e un aumento del tempo di sanguinamento. In particolare, si è scoperto il buon contenuto in adenosina dell'estratto acquoso e le attività direttamente antiaggreganti di crocina e crocetina. Un primo studio condotto su un ristretto numero di volontari sani aveva confermato queste evidenze preliminari; tuttavia un nuovo lavoro, promosso dallo stesso gruppo di ricerca su di un campione più esteso (e quindi corroborato da una migliore statistica), ha smentito i dati precedenti. Nel nuovo studio, effettuato in doppio cieco e contro placebo, su 60 soggetti sono stati valutati gli effetti di una somministrazione quotidiana per os di tavolette allo zafferano, per un totale di 200 mg/die e 400 mg/die rispettivamente, per la durata di una settimana. La concentrazione di crocina dell'estratto utilizzato è stata misurata in 19,7 mg/g, mentre quella di safranale in 0,25 mg/g. Sono stati valutati livelli ematici di fibrinogeno, fattore VII, proteina C e proteina S, tempo di protrombina (Pt) ed il tempo di tromboplastina parziale (Ptt), senza rilevare modifiche statisticamente significative.
Effect of Crocus sativus L. (Saffron) on Coagulation and Anticoagulation Systems in Healthy Volunteers
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