Questa la parola chiave.
Nella vita comune e nella vita con la Stargardt.
Come navi, intente a solcare il mare, noi dobbiamo continuamente aggiustare le nostre rotte.
Lo esige la vita.
Lo impone una compagna come la distrofia retinica che ci accomuna.
E così, dopo quindici anni dietro al banco della farmacia, la mia rotta è cambiata.
Era necessario e gli eventi mi hanno aiutato a compiere questa virata.
Avevo iniziato nel 2010, con questo blog, muovendo i primi passi nel mondo della divulgazione scientifica.
Mi è subito piaciuta. Tuttavia mai avrei pensato di poterne fare un mestiere.
Invece è andata così.
Da gennaio ho avviato un'attività libero professionale come scrittore scientifico.
Era qualcosa che già avevo iniziato a fare da quasi cinque anni, seppur nei ritagli di tempo, tra la spedizione di una ricetta veterinaria e un consiglio in omeopatia.
Ma quando nelle cose riesci a metterci tanta passione beh, spesso accade che poi si possa costruire qualcosa di interessante.
Oltre all'immensità di nuovi stimoli che questa attività comporta, un lavoro di scrittura scientifica si accompagna ad un guadagno in autonomia e accessibilità senza eguali. Definire nel corso della giornata i propri ritmi significa assecondare le proprie necessità. Soprattutto quelle speciali, di ipovedenti. Le cose prendono una piega diversa, più giusta. Hai tempo per fare le cose nella migliore delle maniere, cioè quella che ai tuoi occhi è più congeniale.
Ma oltre a tutto questo, un cambio di rotta di tale portata a quarantacinque anni suonati, con due bambini piccoli e un disordine sensoriale come la Stargardt significa che, davvero, le direzioni che le nostre esistenze possono prendere dipendono solo da noi. E da chi abbiamo vicino.