Ormai questo è un detto che troppo spesso ripeto a me stesso, ma in fondo è il senso dell'essere umano.
Poco da farci: bisogna essere onesti con se stessi. La Stargardt, come tutte le Degenerazioni Maculari, va avanti per la sua strada con ritmi suoi e tempi suoi. E con la sua progressione va fatto un aggiornamento di quella che è la nostra vita quotidiana, aggiustando le varie ed eventuali.
Una di queste è la guida dell’automobile.
I requisiti legali ancora ci sono, quindi teoricamente siamo a posto per la legge. Nei fatti, però, la sicurezza che percepisco di me al volante, specie di sera, di notte o in caso di mal tempo, è sensibilmente cambiata. Diciamo che non riesco a godermi la guida spensieratamente come un tempo, con grande dispiacere visto quanto mi piace guidare l’auto e visto che, da tre anni, ho una macchina che tanto mi piace!
E’ stato bello aver potuto acquistare la mia prima auto nuova, una Seat Leon 1.6 del 2008 nera. Gran bel mezzo!!!
Certo, la prima macchinina comprata da me (diciamo così) ha un posto d’onore nel mio cuore… una vecchia Golf Cabrio 1.100 del 1982. Al tempo avevo ancora i capelli lunghi: era un sogno viaggiare con la capote abbassata, sentire il vento carezzare i capelli…
Per non parlare poi delle moto: lasciamo stare sennò scende una lacrimuccia. In verità con la moto o lo scooter riesco a vederci meglio che in auto, visto che non ho un parabrezza davanti. Il rischio però è troppo grande, per cui anche quel capitolo va in chiusura… sigh!
Ma, teatrini a parte, devo essere onesto con me: sempre più spesso, alla sera, mi rendo conto di non essere davvero più al 100%. Per il momento è bastato alzare il piede dall’acceleratore e registrare il gioco della caviglia, in modo da andarci più leggero (il che non guasta vista la quantità di autovelox che vengono giustamente installati sulle strade emiliano-romagnole), ma ad occhio e croce non credo che continuerò ancora per tanto tempo ad usare l’auto di sera.
Bon, poco male visto quanto in effetti costa usare l’auto in questo paese, che di servizi di trasporto pubblico non vuol sentir parlare: ogni mese, solo per andare a lavorare, la voce automobile (e annessi) si ciuccia almeno 1/3 dello stipendio. I trasporti pubblici in italia… questa forse è davvero una nota ancor più dolente!
Ma è proprio qui che entra in gioco il titolo di questo post!
Ho pensato, abbastanza linearmente, che se non potrò ancora a lungo far affidamento sulle 4 ruote, potrò provare dimezzandole!
Per caso, poi, un giorno son finito su questo sito:
Si tratta di un’azienda storica che produce bici pieghevoli di qualità! Mi sono incuriosito e son finito a Bologna, da un loro rivenditore, per vedere questi ciclo.mezzi tecnici di persona.
Inutile dire che sono bici interessanti, accattivanti e davvero funzionali: ripiegandosi occupano lo spazio di una valigia e possono essere agilmente trasportate in treno, in bus, in metro. Non da meno sono robustissime e versatili: ho letto racconti di viaggio di persone che se le son caricate in valigia e son partiti in aereo per Vietnam o Madagascar, dove poi hanno fatto tour cicloturistici di centinaia di km!
Ecco qualche link:
Allora ho fatto 1+1: questi ci viaggiano con ste bici... e se boicottassi la mia malattia e questa Italia dei trasporti insensati? Con una bici di questo tipo potrei uscire di casa, raggiungere la stazione (2km), piegare la bici e prendere il treno (3€), arrivare alla città in cui lavoro, aprire la bici e pedalare fino alla mia farmacia (5km).
Facciamo due valutazioni….
PRO
Eco-Sostenibilità: 100%.
Impatto ambientale nullo, a parte gli improperi per le auto che mi faranno gli inevitabili lisci e peli…
Costi abbattuti d’esercizio e manutenzione.
Compatibile anche con ulteriori peggioramenti del visus Stargardt-correlati. Anche le velocità raggiungibili son tali da garantire una pedalata rilassata, quindi più cauta.
Incremento sensibile dell’attività fisica aerobica, a tutto vantaggio della linea e svantaggio dei miei lardominali accumulati nell’inverno passato.
CONTRO
Inevitabile bagnarsi in caso di pioggia. Ok per indumenti Rain Stop, ma la vera fortuna è che al lavoro, negli spogliatoi, posso usare le docce!
Spesa d’acquisto: il gioiellino che mi piace, e che credo possa fare al caso mio, viaggia intorno ai 700€…
Sono un sacco di soldi per una graziella del 21esimo secolo, ma facendo bene di conto salta fuori che in 3 mesi senza usare l’auto li recupero abbondantemente!!!!
Fatica: i primi tempi saranno moccoli, ma basterà un pochino di allenamento… spero!
Insomma, vedremo: la notte porterà consiglio!
La Stargardt è un nemico temibile, non c’è dubbio, ma col cavolo che gliela do vinta!
La grande guerra da fare in realtà sarà contro Trenitalia, che fa degli orari da capra: siamo nel 2011 e le stazioni delle città di provincia sembrano ante guerra, con treni luridi e sottodimensionati che circolano con orari insensati. Come dicevo, alle volte è contro l’Italia che si perde la battaglia, piuttosto che contro le proprie difficoltà fisiche!
Ho pizzicato sul web molte cose interessanti in merito a questo mondo a me poco noto.
Esiste modo di avere un carrello con tanto di traino smontabile, da usare per contenre la bici (smontabile o pieghevole) in modo da poter viaggiare davvero senza limiti. Qui sotto il video dimostrativo.
Che voglia di viaggiare!!!
Per la cronaca, ho avuto modo di curiosare tra le nuove bici pieghevoli prodotte recentemente da Decathlon. Sulle prime sembrava davvero fossero concorrenziali, ma esaminandole meglio i limiti nei confronti delle Dahon sono parecchio pesanti.
Io ho provato questo modello, da 220€ circa che potrebbe paragonarsi a una Dahon Vitesse D7 (500€).
I limiti più evidenti sono strutturali: lo snodo del telaio è molto spartano e, soprattutto, il perno della vite di blocco si fissa direttamente sul telaio verniciato, graffiandolo ad ogni serraggio. Va bene che è alluminio e non fa ruggine, ma giù da nuove son tutte sverniciate e graffiate nello snodo centrale. Inoltre non sono disponibili accessori come il paracatena per la corona anteriore, la pompa per le ruote integrata nel piolo della sella non esiste, pesa circa 4 kg in più della Dahon e, infine, ha il manubrio fisso e non ripiegabile, come la concorrente più costosa.
Un grosso pregio però ce l'ha: hanno avuto la brillante idea di montare due ruote mobili sul portapacchi posteriore (di serie) che permette sicuramente manovre più agili con la bici piegata.
Non so, sommando questi fatti alle problematiche che la GDO comporta, ovvero che non hai uno specialista di riferimento che ne sappia e che possa aiutarti a scegliere ed eventualmente configurare la bici secondo le tue esigenze, onestamente resto orientato per la più costosa Vitesse D7HG. Preferisco fare una volta sola l'acquisto, ma farlo bene e,soprattutto, preferisco dare da mangiare a un libero commerciante appassionato del suo mestiere e competente, piuttosto che ingrassare catene di grande distribuzione che piazzano ragazzetti inesperti a lavorare sfruttando tutto ciò che la legge italiana consente in merito di lavoro a basso costo.
Recentemente ho pescato questo tizio che con una pieghevole ci gira tutta l'Europa....date un occhiata qui.
25 Maggio 2011 - Un po' di aggiornamenti
Ho pizzicato sul web molte cose interessanti in merito a questo mondo a me poco noto.
Esiste modo di avere un carrello con tanto di traino smontabile, da usare per contenre la bici (smontabile o pieghevole) in modo da poter viaggiare davvero senza limiti. Qui sotto il video dimostrativo.
Che voglia di viaggiare!!!
Per la cronaca, ho avuto modo di curiosare tra le nuove bici pieghevoli prodotte recentemente da Decathlon. Sulle prime sembrava davvero fossero concorrenziali, ma esaminandole meglio i limiti nei confronti delle Dahon sono parecchio pesanti.
Io ho provato questo modello, da 220€ circa che potrebbe paragonarsi a una Dahon Vitesse D7 (500€).
I limiti più evidenti sono strutturali: lo snodo del telaio è molto spartano e, soprattutto, il perno della vite di blocco si fissa direttamente sul telaio verniciato, graffiandolo ad ogni serraggio. Va bene che è alluminio e non fa ruggine, ma giù da nuove son tutte sverniciate e graffiate nello snodo centrale. Inoltre non sono disponibili accessori come il paracatena per la corona anteriore, la pompa per le ruote integrata nel piolo della sella non esiste, pesa circa 4 kg in più della Dahon e, infine, ha il manubrio fisso e non ripiegabile, come la concorrente più costosa.
Un grosso pregio però ce l'ha: hanno avuto la brillante idea di montare due ruote mobili sul portapacchi posteriore (di serie) che permette sicuramente manovre più agili con la bici piegata.
Non so, sommando questi fatti alle problematiche che la GDO comporta, ovvero che non hai uno specialista di riferimento che ne sappia e che possa aiutarti a scegliere ed eventualmente configurare la bici secondo le tue esigenze, onestamente resto orientato per la più costosa Vitesse D7HG. Preferisco fare una volta sola l'acquisto, ma farlo bene e,soprattutto, preferisco dare da mangiare a un libero commerciante appassionato del suo mestiere e competente, piuttosto che ingrassare catene di grande distribuzione che piazzano ragazzetti inesperti a lavorare sfruttando tutto ciò che la legge italiana consente in merito di lavoro a basso costo.
Recentemente ho pescato questo tizio che con una pieghevole ci gira tutta l'Europa....date un occhiata qui.