HO DECISO DI PUBBLICARE ANCHE QUESTO, SEBBENE SIA GIÀ IN RETE, SOLO PER METTERLO ONLINE IN FORMA PIÙ LEGGIBILE PER NOI, OVVERO CON SFONDO NERO E CARATTERI GRANDI.
SPERO GLI AUTORI NON ME NE VOGLIANO.
I RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI TUBINGIA (GERMANIA) E LA SOCIETÀ PRIVATA RETINA IMPLANT, CON A CAPO IL DOTTOR EBERHART ZRENNER HANNO PUBBLICATO I DATI DI UNO STUDIO SU “PROCEEDINGS OF THE ROYAL SOCIETY B”, IN SOSTANZA SI TRATTEREBBE DI UNA RICERCA CONDOTTA SULLA VISTA, DOVE UN MICROCHIP INSERITO NELL’OCCHIO SAREBBE IN GRADO DI FARLA TORNARE.
IL DOTTOR ZRENNER HA DICHIARATO CHE ALL’INZIO IL MICROCHIP NON DAVA I RISULTATI SPERATI, MOSTRANDOSI INCAPACE DI MIGLIORARE LA VISTA DEI VOLONTARI CHE SI ERANO SOTTOPOSTI ALLA PRIMA SPERIMENTAZIONE.
SUCCESSIVAMENTE, LE COSE SONO CAMBIATE, GLI SCIENZIATI HANNO APPORTATO MODIFICHE A QUESTO APPARECCHIO CAMBIANDO ANCHE LA ZONA DELL’IMPIANTO.
EBBENE NEL SECONDO GRUPPO DI VOLONTARI, IL MICROCHIP È STATO INNESTATO DIETRO LA RETINA, E SI È NOTATO SUBITO UNA DIFFERENZA.
MIIKKA TERHO, 46ENNE PAZIENTE FINLANDESE È UNO DEI VOLONTARI CHE SI È SOTTOPOSTO ALL’INTERVENTO PER QUESTO STUDIO.
QUESTE LE SUE PAROLE: “QUANDO DOPO TRE O QUATTRO GIORNI DALL’INTERVENTO L’OCCHIO HA COMINCIATO A RISTABILIRSI HO COMINCIATO A VEDERE I PRIMI FLASH DI LUCE. SONO RIMASTO MERAVIGLIATO. POI NEI GIORNI SEGUENTI HO COMINCIATO A VEDERE SEMPRE PIÙ’ DISTINTAMENTE FINO A ORA CHE RIESCO A LEGGERE DISTINTAMENTE LE LETTERE”.(PUBBLICATO IL NOVEMBRE 4TH, 2010 DA GIOVANNA MANNA)
IL DOTTOR ZRENNER HA DICHIARATO CHE ALL’INZIO IL MICROCHIP NON DAVA I RISULTATI SPERATI, MOSTRANDOSI INCAPACE DI MIGLIORARE LA VISTA DEI VOLONTARI CHE SI ERANO SOTTOPOSTI ALLA PRIMA SPERIMENTAZIONE.
SUCCESSIVAMENTE, LE COSE SONO CAMBIATE, GLI SCIENZIATI HANNO APPORTATO MODIFICHE A QUESTO APPARECCHIO CAMBIANDO ANCHE LA ZONA DELL’IMPIANTO.
EBBENE NEL SECONDO GRUPPO DI VOLONTARI, IL MICROCHIP È STATO INNESTATO DIETRO LA RETINA, E SI È NOTATO SUBITO UNA DIFFERENZA.
MIIKKA TERHO, 46ENNE PAZIENTE FINLANDESE È UNO DEI VOLONTARI CHE SI È SOTTOPOSTO ALL’INTERVENTO PER QUESTO STUDIO.
QUESTE LE SUE PAROLE: “QUANDO DOPO TRE O QUATTRO GIORNI DALL’INTERVENTO L’OCCHIO HA COMINCIATO A RISTABILIRSI HO COMINCIATO A VEDERE I PRIMI FLASH DI LUCE. SONO RIMASTO MERAVIGLIATO. POI NEI GIORNI SEGUENTI HO COMINCIATO A VEDERE SEMPRE PIÙ’ DISTINTAMENTE FINO A ORA CHE RIESCO A LEGGERE DISTINTAMENTE LE LETTERE”.(PUBBLICATO IL NOVEMBRE 4TH, 2010 DA GIOVANNA MANNA)
INTRODUZIONE
L’IMPIANTO RETINICO O RETINA ARTIFICIALE HA LO SCOPO DI “RIMPIAZZARE” LE CELLULE RETINICHE FOTORECETTORIALI DANNEGGIATE, COSÌ DA RIPRISTINARE UN’ADEGUATA SENSAZIONE LUMINOSA. SCHEMATICAMENTE UN IMPIANTO RETINICO CONSTA DI UNA GRIGLIA DI MICRO-ELETTRODI (FOTORECETTORI ARTIFICIALI) CHE VENGONO ATTIVATI DALLA STIMOLAZIONE LUMINOSA E DANNO COSÌ VIA ALL’ATTIVAZIONE DEL SEGNALE LUMINOSO CHE PERCORRE LA FISIOLOGICA VIA OTTICA FINO ALLA CORTECCIA VISIVA.
L’IMPIANTO RETINICO O RETINA ARTIFICIALE HA LO SCOPO DI “RIMPIAZZARE” LE CELLULE RETINICHE FOTORECETTORIALI DANNEGGIATE, COSÌ DA RIPRISTINARE UN’ADEGUATA SENSAZIONE LUMINOSA. SCHEMATICAMENTE UN IMPIANTO RETINICO CONSTA DI UNA GRIGLIA DI MICRO-ELETTRODI (FOTORECETTORI ARTIFICIALI) CHE VENGONO ATTIVATI DALLA STIMOLAZIONE LUMINOSA E DANNO COSÌ VIA ALL’ATTIVAZIONE DEL SEGNALE LUMINOSO CHE PERCORRE LA FISIOLOGICA VIA OTTICA FINO ALLA CORTECCIA VISIVA.
LA VISIONE È UN PROCESSO SENSORIALE CHE HA INIZIO CON LA STIMOLAZIONE LUMINOSA DEI FOTORECETTORI RETINICI. QUESTE CELLULE CONVERTONO IL SEGNALE LUMINOSO IN IMPULSI ELETTRICI CHE SONO INVIATI ALLA CORTECCIA VISIVA TRAMITE LE VIE OTTICHE. PATOLOGIE RETINICHE, COME LA DEGENERAZIONE MACULARE O LE RETINOPATIA PIGMENTOSA, COLPISCONO PRIMITIVAMENTE LE CELLULE FOTORECETTORIALI RIDUCENDO DRASTICAMENTE LA CAPACITÀ VISIVA DELLA PERSONA. L'IMPIANTO RETINICO È COSTITUITO DA UNA GRIGLIA DI MICROELETTRODI CHE SOSTITUISCONO LE CELLULE FOTORECETTORIALI DANNEGGIATE. DA IEEE ENGINEERING IN MEDICINE AND BIOLOGY 2005; 24:15.
DAI PRIMI IMPIANTI DEL 2002 CON APPENA UNA DECINA DI ELETTRODI (PROTESI RETINICA ARGUS I), AD OGGI, SI STIMA UNA CRESCITA ESPONENZIALE NELL’ASSEMBLAGGIO DI PROTESI RETINICHE CON SEMPRE PIÙ NUMEROSI FOTORECETTORI ARTIFICIALI NEL PROSSIMO DECENNIO. TUTTORA PERÒ GLI IMPIANTI RETINICI NON SONO IN COMMERCIO MA VENGONO IMPIANTATI ALL’INTERNO DI RIGIDI PROTOCOLLI SPERIMENTALI. AL MOMENTO, SONO IN SCORSO NUMEROSI PROGETTI IN TUTTO IL MONDO PER LA SPERIMENTAZIONE DI PROTESI VISIVE. IN ALCUNI DI ESSI SI È GIÀ ARRIVATI A INNESTARE LE PROTESI NEGLI OCCHI DI PAZIENTI AFFETTI DA RETINOPATIA PIGMENTOSA PER UN PERIODO DI TEMPO PROLUNGATO (ARGUS I).
NEL 2002, IL PRIMO IMPIANTO RETINICO CON 16-ELETTRODI, HA RESO POSSIBILE A 6 PERSONE CIECHE, A CAUSA DELLA RETINOPATIA PIGMENTOSA, DI POTER VEDERE LA LUCE E PERCEPIRE IL MOVIMENTO. NEL PROSSIMO FUTURO, L'INCREMENTO DEL NUMERO DI ELETTRODI PER IMPIANTO POTRÀ SICURAMENTE ESSERE BENEFICO PER MIGLIAIA DI PERSONE INABILI A CAUSA DELLA VISTA. ATTUALMENTE SONO IN FASE DI STUDIO SULL'UOMO PROTESI RETINICHE CON 60 ELETTRODI: LO STUDIO È INTERAMENTE CONDOTTO IN EUROPA.
TIPI DI IMPIANTI RETINICI
SI DISTINGUONO QUATTRO METODI D'IMPIEGO DI PROTESI VISIVE, DIVERSE TRA DI LORO A DIPENDENZA DEL PUNTO DI STIMOLAZIONE SCELTO PER ATTIVARE LE CELLULE ANCORA FUNZIONANTI DEL SISTEMA VISIVO:
1) IL METODO EPIRET DI STIMOLAZIONE SULLA RETINA (IMPIANTO EPIRETINICO);
2) METODO SUBRET DI STIMOLAZIONE SOTTO LA RETINA (IMPIANTO SOTTORETINICO);
3) IL METODO DEL NERVO OTTICO PER STIMOLARE I FILAMENTI DEL NERVO OTTICO (IMPIANTO NEURONALE);
4) IL METODO DELLA CORTECCIA VISIVA PER STIMOLARE LA ZONA DELLA CORTECCIA VISIVA (IMPIANTO CORTICALE).
A: SCHEMA DI UN IMPIANTO SOTTORETINICO, POSTO IN OCCHIO CON DEGENERAZIONE DEI FOTORECETTORI. I MICROMETRICI ELETTRODI DELL'IMPIANTO HANNO LA FUNZIONE DI STIMOLARE LE CELLULE NERVOSE DELLA RETINA INTERNA. B: SCHEMA DI UN IMPIANTO EPIRETINICO CON COMPONENTI EXTRAOCULARI. UN MICROCAVO PRIMARIO (PRIMARY COIL) POSTO SULLA TEMPIA TRANSMETTE AD UNO POSTO SULLA SCLERA (SECONDARY COIL). VIENE COSÌ FORNITA SIA L'ENERGIA CHE IL SEGNALE LUMINOSO AL CHIP STIMOLATORE CHE HA LA FUNZIONE DI STIMOLARE GLI ELETTRODI POSTI NELLO SPAZIO EPIREWTINICO. C: PRIMO SCHEMA DI IMPIANTO EPIRETINICO CON COMPONENTI INTRAOCULARI. IN QUESTO CASO UNA MICROCAMERA È MONTATA SU UNA COMUNE MONTATURA PER OCCHIALI E FORNISCE IL SEGNALE LUMINOSO. UNA LUCE LASER TRASMETTE L'ENERGIA ED IL SEGNALE AD UN FOTODIODO POSTO IN UNA LENTE INTRAOCULARE. IL CHIP STIMOLATORE DISTRIBUISCE L'ENERGIA AGLI ELETTRODI POSTI NELLO SPAZIO EPIRETINICO. D: SECONDO SCHEMA DI IMPIANTO EPIRETINICO CON COMPONENTI INTRAOCULARI. ANCHE IN QUESTO CASO UNA MICROCAMERA È MONTATA SU UNA COMUNE MONTATURA PER OCCHIALI E FORNISCE IL SEGNALE LUMINOSO. IL SEGNALE È TRASMESSO PER VIA DI MICROCAVI POSTI ALL'INTERNO DELL'OCCHIO. IL CHIP STIMOLATORE DISTRIBUISCE L'ENERGIA AGLI ELETTRODI POSTI NELLO SPAZIO EPIRETINICO.
I DUE MODELLI DELLA SPERIMENTAZIONE ITALIANA SONO L'ARGUS 2, DELL'AMERICANA SECOND SIGHT MEDICAL PRODUCTS E L'ALPHA, DELLA TEDESCA RETINA IMPLANT. NON È STATO ANCORA DECISO QUALE PARTIRÀ: SE L'ARGUS 2 (OGGETTO DI TRATTATI CON LA SOCIETÀ AMERICANA) OPPURE L'ALPHA (IN ATTESA DELL'OK DA PARTE DEL COMITATO ETICO).
NELL'ARGUS 2 UNA MINITELECAMERA MONTATA SU OCCHIALI SPECIALI CAPTA LE IMMAGINI E LE TRASMETTE WIRELESS AL MICROCHIP, INSERITO SULLA ZONA CENTRALE DELLA RETINA; IL CHIP LE TRASFORMA IN IMPULSI ELETTRICI INVIATI LUNGO IL NERVO OTTICO ALLA CORTECCIA OCCIPITALE CEREBRALE, SEDE DELLA VISIONE.
NELL'ARGUS 2 UNA MINITELECAMERA MONTATA SU OCCHIALI SPECIALI CAPTA LE IMMAGINI E LE TRASMETTE WIRELESS AL MICROCHIP, INSERITO SULLA ZONA CENTRALE DELLA RETINA; IL CHIP LE TRASFORMA IN IMPULSI ELETTRICI INVIATI LUNGO IL NERVO OTTICO ALLA CORTECCIA OCCIPITALE CEREBRALE, SEDE DELLA VISIONE.
AGGIUNGO QUESTO INTERESSANTE VIDEO, CHE SPIEGA (IN INGLESE) UN PO' QUANTO DETTO SOPRA.
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