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martedì 2 maggio 2017

Esteri etilici di acidi grassi poliinsaturi



Io ho una personale e ferma opinione sui preparati a base di Omega 3. Siano questi classificati integratori, farmaci o dispositivi medici.

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FONTE


Ma non è basata sulle affermazioni del dr Oz o di qualche santone dell'ultim'ora. Ci tengo molto a precisare che quando scrivo, o esprimo un'opinione, baso le mie considerazioni su fatti ed evidenze scientificamente dimostrate (o dimostrabili). 


Senza alcuna presunzione, mi farebbe piacere che anche voi poteste essere in grado di farvi una personale opinione sull'argomento.
Pertanto, in questo post, cercherò di darvi alcuni spunti inconfutabili su cui basare le vostre considerazioni.


1. Gli Omega 3 sono molecole delicate, sensibili alle ossidazioni. Non potrebbe essere altrimenti vista la loro natura molecolare. Se si ossidano si trasformano in acidi grassi trans, sostante che diventano dannose proprio per gli organi che dovrebbero invece proteggere (retina, cuore, cervello).Che cosa li ossida? Luce, Luce UV, calore, Ossigeno e Radicali liberi.

2. Gli Omega 3 non sono tutti uguali. Si estraggono sia dal fegato dei pesci che da alghe o gamberetti microscopici (krill). 

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Se ho una capsula di omega 3 estratti da un pesce di quattro o cinque anni di vita (se va bene), 

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che magari ha pascolato per l'Oceano Indiano, che dite, avrò lo stesso rischio di trovare metalli pesanti rispetto a un integratore che deriva da alghe o gamberi che vivono poche settimane?

3. Gli omega 3 sono prescritti a persone che ne hanno bisogno, quindi si tratta di organismi che hanno in corso processi infiammatori, malattie degenerative, insomma hanno uno stress radicalico ed ossidativo aumentato. In altre parole, nel loro organismo, per via della condizione patologica, hanno un elevato livello di radicali liberi. Ipotizziamo di dare, ad esempio a un cardiopatico o a una persona con malattia infiammatoria cronica (artrosi ad esempio), un preparato contenete Omega 3 schietti, senza nessuna aggiunta di vitamine antiossidanti capaci di proteggere queste delicate molecole dai radicali liberi. Che accadrà una volta entrate nell'organismo? Arrivano i radicali, interagiscono con gli Omega 3 e li trasformano nei loro isomeri trans. Che sono tossici. E diventano a loro volta pericolosi per la salute. 

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Peccato che esistano in commercio dei farmaci ad elevatissimo dosaggio di Omega 3 privi di Vitamina A, E e C, ovvero i normali protettori di questi acidi grassi polinsaturi. E pensate un po', questi farmaci sono quelli di elezione per i cardiopatici e, talvolta, anche per i Retinopatici.

4. Perchè un integratore di Omega 3 possa essere assorbito in modo adeguato deve avere delle caratteristiche ben definite. Questo riguarda la forma chimica in cui vengono somministrati. Un estere etilico di un acido grasso è una delle peggiori forme chimiche in questo senso. Stesso ragionamento vale per gli acidi grassi liberi,ovvero EPA e DHA allo stato puro. In questa forma la maggior parte di Omega 3 assunto finisce disperso nell'intestino, e si elimina con le feci. Capita infatti di sentire l'odore di pesce andando al bagno, anche se comunque ci sono enzimi che degradano queste molecole nell'intestino. Vi do facilmente prova di questo facendovi ragionare sul fatto che la biodisponibilità di EPA e DHA di una porzione di alici marinate è nettamente superiore a quanto generalmente contenuto in una capsula, estremamente più concentrata. Questo perchè la differenza é data dalla forma chimica degli Omega 3. 

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I preparati che contengono Krill o estratto di alga rispondono a queste caratteristiche.

Lo so, non sono ragionamenti facili, ma la conservazione del nostro stato di salute richiede un minimo di sforzo. Vedrete poi che, una volta compreso il razionale alla base di tutto questo, il meccanismo vi apparirà nella sua estrema semplicità.

4 commenti:

  1. Davvero prezioso questo chiarimento. In quasi tutte le famiglie c'è almeno una persona che soffre di ipercolesterolemia (cito questa perché è la condizione più frequente), che quindi viene spesso indirizzata verso gli integratori con Omega 3. Specialmente poi se la persona in questione è magari poco amante dei cibi che ne sono fonte naturale (pesce azzurro in primis).
    Domanda: ma in caso ci si trovasse ad assumere integratori di omega 3 puri, se si associasse a questi anche della vitamina C od A proveniente o da altri integratori o da cibi che ne contengono, il problema dell'ossidazione si risolverebbe, in modo da garantirsi l'assunzione di una componente che sia esclusivamente benefica e in alcun modo dannosa? Oppure gli integratori di Omega 3 puri è preferibile evitarli comunque?

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    Risposte
    1. Premesso che ogni caso andrebbe valutato in modo individuale, in linea di principio se si assumono quantità adeguate di antiossidanti in concomitanza dell'assunzione di questi preparati ad alto dosaggio e purezza sì, in qualche modo si attua una protezione.
      Il mio suggerimento in questi casi però è quello di attuare una protezione principalmente con vitamina C ed E, a dosi comunque moderate, perchè se si esagera poi fanno male anche loro.
      Alla prima occasione, poi, si esprimono allo specialista del caso le proprie perplessità e si chiede di sostituire il preparato a base di Omega 3, chiedendo magari che sia basato su olio algale o di krill. In questo modo si esaltano i benefici di questi micronutrienti, avendo una biodisponibilità molto alta.

      In generale per tutti i preparati contenenti omega 3 (e soprattutto per quelli che li hano puri e senza aggiunta di Vitamina E o C e A) è che sono estremamente delicati. In altre parole vanno conservati in luogo asciutto (altrimenti la gelatina si degrada), buio (altrimenti la luce li ossida) e fresco (quindi in estate quando la temperatura supera i 25 gradi vanno in frigo, vicino alle uova).

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  2. Lo trovo molto interessante, davvero molto. Grazie.

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