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giovedì 10 dicembre 2015

LA VISIONE

Quello che segue è un post scritto da un caro amico, il Dr Moreno B., neuropsicologo che già ha scritto su questo blog. Ricorderete QUESTO post che scrisse sulla visione fantasma alcuni anni fa.
Bene, sì è offerto di scrivere per noi un interessante post che spieghi in maniera chiara e completa come funziona il complesso meccanismo della visione.

Buona lettura a tutti!


La Visione 

 



Le vie Visive


Il campo visivo è quella porzione di spazio che percepiamo quando portiamo su di essa il nostro sguardo. E' possibile distinguere un campo visivo centrale, inquadrato dalla fovea (la porzione centrale della retina e quella più ricca di cellule sensibili agli stimoli visivi), ed un campo visivo periferico, che viene percepito dalle porzioni della retina che circondano la fovea.



Prima di proseguire, vorrei far prendere confidenza al lettore circa l'uso di due termini ricorrenti quando si parla di anatomia del sistema nervoso, due concetti che se acquisiti da subito ci permetteranno di proseguire poi più spediti: omolateralità e controlateralità.

  • Per omolaterale si intende una parte del corpo che è sullo stesso lato di un'altra rispetto alla linea mediana: braccio sinistro e gamba sinistra sono omolaterali.
  • Per controlaterale si intende, al contrario, una parte del corpo che è sul lato opposto della linea mediana rispetto ad un'altra: braccio sinistro e gamba destra sono controlaterali.

Questi termini apparentemente complicati in realtà fanno rifermento a semplici rapporti spaziali tra le diverse strutture anatomiche del corpo umano, anche se in genere vengono utlizzati quando due strutture poste sullo stesso lato o sul lato opposto sono "collegate" in modo funzionale.


Ma torniamo al nostro discorso principale.

L'intero campo visivo (comprensivo sia della sua parte centrale che periferica) può essere suddiviso in un emicampo destro e in un emicampo sinistro, due emicampi che vengono processati in maniera peculiare dai nostri occhi.

Perché dico peculiare? Perché il senso comune potrebbe portarci a pensare che questa suddivisione del campo visivo in destro e sinistro sia facilmente riconducibile al loro occhio omologo: l'emicampo destro processato dall'occhio destro e l'emicampo sinistro dall'occhio sinistro; oppure al loro occhio controlaterale (emicampo destro - occhio sinistro; emicampo sinistro - occhio destro). In realtà, invece, la questione è un po' più complicata di così.


Invero non è niente di incomprensibile, basta capire bene la base del ragionamento e qui mi prendo la mia parte di responsabilità nel cercare di spiegarlo nella maniera più lineare possibile.






Guardando la figura (chiedo scusa per la scarsa qualità dell'immagine, ma per non avere problemi di copyright l'ho disegnata io a mano), il campo visivo, suddiviso in emicampo destro ed emicampo sinistro, viene processato dalla retina dei due occhi sia in maniera omolaterale che controlaterale. Questo perché la retina di ciascun occhio non processa interamente una metà del campo visivo, ma più precisamente la metà temporale dell'emicampo omolaterale e la metà nasale dell'emicampo controlaterale. L'ho messa giù difficile, lo so, ma ora provo a spiegare.

Prendendo come esempio l'emicampo sinistro, la parte più esterna di esso che viene chiamata temporale (perché tesa verso il lobo temporale -quindi verso l'esterno, diciamo così-) viene processata dall'emiretina nasale dell'occhio sinistro e la parte più interna, nasale, dall'emiretina temporale dell'occhio destro.


Di conseguenza, per quanto riguarda l'emicampo destro, vale l'opposto: la sua parte temporale viene processata dall'emiretina nasale dell'occhio destro e la sua parte nasale dall'emiretina temporale dell'occhio sinistro.

Tuttavia questa rappresentazione, sia omolaterale che controlaterale presente sulla retina di ciascun occhio, deve risolversi prima di arrivare alla corteccia visiva nel lobo occipitale (stazione d'arrivo degli impulsi visivi che partono dalla retina), perché sappiamo che in corteccia il campo visivo è si rappresentato in maniera controlaterale, ma ogni emicampo è completo: guardando sempre la figura sopra (in basso, dove è riportata schematicamente la zona della corteccia visiva), si può notare che la "metà" destra della corteccia striata recepisce la rappresentazione dell'intero emicampo sinistro, mentre la metà sinistra recepisce quella dell'intero emicampo destro; non vi è più quindi la separazione di ogni emicampo in parte nasale e temporale.

Vediamo pertanto come procedono le vie visive e dove ha luogo questa risoluzione.

Dalla retina di ciascun occhio ha orgine il nervo ottico. Esso è il primo tratto delle vie visive e porta lo stimolo percepito dalla retina alla prima stazione che si incontra procedendo in direzione della corteccia visiva primaria: il chiasma ottico. Nel nervo ottico sono presenti fibre nervose che provengono sia dall'emiretina temporale che dall'emiretina nasale e procedono nel loro percorso fino al chiasma ottico rimanendo in qualche modo separate e distinte le une dalle altre.


Il chiasma è assimilabile ad uno scambio ferroviario. Mentre alcuni treni proseguono sullo stesso binario, altri incrociano la linea mediana e attraversano dall'altra parte. Le fibre che provengono dal nervo ottico si comportano proprio in questo modo: alcune, quelle che provengono dalle emiretine temporali, proseguono mantenendo lo stesso binario; quelle che invece provengono dalle emiretine nasali incrociano la linea mediana a passano dall'altra parte. Il fascio di fibre che parte dal chiasma ottico e arriva al corpo genicolato laterale prende il nome di Tratto Ottico ed esso porta finalmente la rappresentazione completa dell'emicampo visivo controlaterale. Prendendo come esempio sempre l'emicampo sinistro, passato lo snodo "ferroviario" del chiasma si uniranno quindi le fibre che portano gli stimoli provenienti sia dalla sua parte temporale che dalla sua parte nasale, ricomponendo quindi l'emicampo sinistro per intero.


Ristabilita la continuità dei due emicampi in due fasci di fibre segregati e coerenti, la rappresentazione di ogni emicampo giunge al Corpo Genicolato Laterale del Talamo e da qui, poi, alla corteccia visiva primaria, ovvero quella parte di sostanza grigia nel lobo Occipitale detta anche corteccia striata. Qui le informazioni visive vengono elaborate e vengono rese disponibili alla nostra consapevolezza.



Ma questa è una delle due vie visive. 
Diciamo pure quella primaria, quella che ci permette di indentificare ciò che compare nel nostro campo visivo. Di riconoscere di cosa si stratta, che forma abbia e di che colore sia. E' quindi la via che ci permette di identificare "cosa stiamo vedendo": la via "retino-genicolo-striata" (essa parte dalla retina, passa per il corpo genicolato laterale del talamo e giunge alla corteccia striata).

Tuttavia due righe a mio giudizio vanno spese per completezza nel descrivere l'altra via, la retino-collicolo-extrastriata

Parallelamente alle fibre che giungono ai corpi genicolati, dopo il chiasma ottico alcune di queste fibre deviano dalla direzione comune per raggiungere due strutture (una per lato) presenti nel mesencefalo: i collicoli. Questi sono due nuclei a forma di cono che, in soldoni, si occupano di determinare la posizione spaziale di uno stimolo e di aggiustare i movimenti dell'occhio per portare il nostro focus visivo su di esso, sia che questo stimolo sia immobile sia che sia in movimento. Dai collicoli, le fibre che da essi ripartono non giungono più alla corteccia striata (visiva primaria) ma alla corteccia extrastriata, una zona della sostanza grigia del lobo occipitale che completa il processamento spaziale degli stimoli visivi. Tirando le somme, se la via visiva primaria ci permette di identificare cosa stiamo vedendo, la via "retino-collicolo-extrastriata" ci permette di determinare "dove lo stiamo vedendo".



Deficit del Campo Visivo
 


Descritte le vie anatomiche che ci permettono di processare uno stimolo che proviene dal campo visivo, passiamo a discutere del campo visivo stesso e delle disfunzioni nel suo adeguato rilevamento a seguito di un'interruzione che può avvenire a vari livelli della via visiva primaria. 



Il Campo Visivo oltre ad essere suddiviso in emicampo destro e sinistro, viene ulteriormente suddiviso in emicampo superiore ed inferiore. Questa ulteriore distinzione ovviamente ha un suo perché funzionale ed un corrispettivo anatomico, ma tralasciamo di addentrarci ulteriormente.

Ora, dividendo il campo visivo in destro e sinistro, superiore ed inferiore, possiamo rappresentarlo come un'area percettiva suddivisa in quattro quadranti.






A seconda che una lesione o una patologia degeneri un tratto diverso delle vie visive assisteremo a deficit distinti nella percezione di uno o più parti del campo visivo.



- Scotoma

Lo scotoma è assimilabile ad una "macchia" nel campo visivo, una zona circoscritta in cui se si presenta uno stimolo esso non potrà essere percepito.




Lo scotoma può essere singolo o multiplo (come nell'esempio in figura) e può derivare da patologie che colpiscono la retina e quindi creano una zona d'ombra percettiva sulla sua superficie (degenerazioni, maculopatie, ecc...) o da patologie che colpiscono la corteccia visiva nel lobo occipitale (eventi vascolari come ictus localizzati).


- Emianopsia Eteronima

Il termine emianopsia indica un deficit che colpisce metà (emi-) del campo visivo. Ma dato che come abbiamo visto sopra, il nervo ottico non porta le informazioni relative ad in intera metà del campo visivo, una sua interruzione porterà ad un deficiti visivo riguardante la parte temporale di un emicampo e la parte nasale dell'altro. Per esempio, una lesione del nervo ottico sinistro poterà ad un deficit visivo come rappresentato nella figura sottostante.






- Emianopsia Omonima

In questo caso, al contrario dell'esempio sopra riportato, ci si riferisce alla perdita di un intero emicampo.

Questo tipo di emianopsia si verifica quando viene interrotta la via visiva dopo il ricongiungimento delle fibre in seguito allo snodo del Chiasma Ottico. In genere questo quadro di deficit si verifica a causa di eventi vascolari profondi del Lobo Temporale sotto al quale passa il tratto ottico, il fascio di fibre che copre il tratto tra il chiasma e la corteccia visiva primaria.





- Quadrantopsia

Quadrantopsia, significa perdita della capacità visiva limitatamente ad un quadrante del campo visivo. Anch'essa si verifica nella maggior parte dei casi a seguito di una lesione del tratto ottico, ma solo di una parte di questo. In pratica, anziché essere interrotte tutte le fibre che lo compongono, la lesione disattiva solo la porzione di esse che portano le informazioni percepite in un quadrante del campo visivo. In genere una lesione che da luogo a questo caso clinico è più comune che si sia verifichi quando il tratto ottico è ormai in prossimità della corteccia visiva, questo perché nel tratto finale le fibre di allargano e occupano una superficie maggiore per innervare le aree della corteccia su cui è rappresentato il campo visivo ed avendo a disposizione un'area più allargata è più che probabile che una lesione determini un deficit così selettivo.









Una, chiamiamola così, curiosità, riguarda il fatto che nella maggior parte dei casi, quando questi deficit si verificano, il soggetto non è consapevole del suo problema. Questo non è dovuto ad un danno collaterale della lesione o della patologia che l'ha colpito, ma è una funzione intrinseca ed adattiva del nostro cervello. Per essere individui in grado di interagire al meglio con il mondo che ci circonda è essenziale che lo percepiamo come uno spazio continuo, coerente, senza interruzioni. 
Immaginate... se dovessimo processare ogni volta, consapevolmente, una o più discontinuità su di esso, le nostre azioni richiederebbero tempo per essere ponderate e le nostre reazioni diverrebbero lente e macchinose. 
Ovvio che questa cosa va letta all'interno di una visione dell'uomo come animale inserito in ambiente in cui vi sono predatori ed insidie (perché la nostra fisiologia è per grande parte ancora costruita su quei settaggi ancestrali, dato che evolutivamente è davvero poco tempo che siamo "civilizzati"). Al giorno d'oggi in cui un essere umano compie azioni che per i nostri antenati non erano neanche immaginazione, come guidare un mezzo a due o quattro ruote, è probabile che tale consapevolezza di deficit potrebbe invece tornare utile, ma questa è speculazione ed ha poco senso proseguire su questa linea di ragionamento. 
Fatto sta, che il nostro cervello per darci questo senso di continuità è come se cucisse i due lembi dello "strappo" nel campo visivo, anche quando lo strappo è davvero considerevole come nel caso dell'emianopsia omonima (perdita di un intero emicampo). Ma tale opera di ricucitura non elimina ovviamente il deficit, può solo compensarlo al meglio delle possibilità. Per esempio nel caso di uno scotoma, il soggetto colpito potrebbe mettere in atto, inconsapevolmente, molti più movimenti di aggiustamento oculare per puntare sulla zona d'ombra le parti sane e ricettive della retina e ricostruire così percettivamente lo stimolo. Naturalmente per quanto automatiche ed adattive, queste compensazioni porteranno a tempi di reazione comunque più lunghi rispetto alla norma.



Conclusioni


Vi sono altri deficit ovviamente che riguardano le vie visive e la visione in generale (acromatopsia, allopia, atassia ottica, ecc...), ma mi fermerei qui. Un po' perché sono quelli sui cui ho più competenza, un po' perché poi il discorso diverrebbe troppo lungo e complicato. Il mio intento era quello di fornire ai lettori del blog un quadro funzionale generale delle vie visive, portando quella che è la mia parte di sapere. Spero di essere stato il meno complicato possibile e di aver dato un contributo utile alla comprensione di quale sia il substrato anatomico su cui si ragiona quando si parla di Stargardt.


P.S. Per qualsiasi osservazione o chiarimento scrivete pure un commento al post, cercherò di rispondere a tutti.

3 commenti:

  1. Un commento lo scrivo io, per farmi un'auto-osservazione. :-D
    Nel paragrafo "Conclusioni", il termine allopia è un refuso, ci sarebbe dovuto esser scritto diplopia. E tra acromatopsie e diplopia ci sarebbe dovuta andare una virgola, altrimenti così sembra un nome composto. Scusate l'errore.

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  2. Ciao,tante grazie. Ho seguito qualche settimana fa la lezione di neurologia sui nervi cranici e non avevo capito il nervo suddetto. Bravissimo, sei stato eccelente nella spiegazione. Grazie tante. Ciao.

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