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mercoledì 11 giugno 2014

Reset delle priorità!

Ecco cosa davvero non dovremmo far finta di non vedere...il resto, per lo più, son tutte chiacchiere!



7 commenti:

  1. E' proprio così.
    Quanto è limitato l'essere umano. Sai che in che senso lo dico?
    Non tanto perché limitato nella moralità, quanto perché proprio limitato cerebralmente. Cognitivamente.
    Così immerso nel suo mondo occidentale, con le sue comodità occidentali, con le problematiche occidentali (spread, borsa, crisi del debito, ripresa/non ripresa) per poter considerare che ci sono realtà, sullo stesso mondo che abitiamo noi, solo non in occidente, che sono al di fuori, al di là, di tutti questi discorsi. Siamo così succubi del fittizio che ormai il nostro pensiero non è in grado di ragionare al di fuori di esso e situazioni drammatiche, di cui si parla a mia memoria sin da quando eravamo bambini noi, vengono accantonate in un angolo della mente. Troppo distanti, troppo lontane, troppo drammatiche dopo tutto. Senza contare che, in perfettto stile occidentale, sono... beh, sono persino passate di moda.
    Ricordi i concerti degli anni '90 per l'Africa (ricordo gli U2), o canzoni come "We are the world" appositamente scirtte. Tanto per citare solo l'ambito musicale. Beh, chi fa più queste cose? Nessuno. Perché?
    I perché sono due, uno più drammatico dell'altro.
    Il primo probabilmente è che appunto è passato di moda. Nessuno lo fa più. Quindi nessuno cercarà di farlo di nuovo.
    L'altro è che da questo discende che già quando in passato si faceva lo si faceva per attirare l'attenzione del pubblico. Era quasi sempre una strumentalizzazione (ho scritto quasi, perché non si può generalizzare mai).
    Ripeto, ho citato l'ambito musicale non perché lo consideri l'unico degno d'analisi, quanto perché secondo me è un esempio molto evidente ed efficace visto quanto sull'argomento c'ha marciato due decenni fa.
    Ma il problema, a guardarlo bene, non è nemmeno questo.
    Il problema è che qui si continua a parlare di crescita, di produzione industriale, di consumo. Che sono proprio i mali che hanno portato a dividere il mondo in due. Due mondi. Due mondi che occupano lo stesso, ma che sono separati da un linea evidentissima. Un muro. Da una parte l'esagerazione e dall'altra nemmeno l'indispensabile.
    Non c'è equilibrio e, la fisica ce lo insegna, un sistema che non è in equilibrio è instabile ed è destinato, per forza di cose, a mutare la sua condizione fino a che l'equilibrio non è ristabilito. Anche drammaticamente.

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  2. Già, hai ragione da vendere....ma il problema è proprio l'essere umano. Manca tremendamente di coerenza, ed è per questo che le coße vanno così.
    Ti faccio un esempio up to date: i mondiali del Brasile. È un dato di fatto, documentato senza possibilità di dubbio. Deportano le persone dalle favelas, rastrellano bambini dalle strade e li fanno sparire (tratta degli organi come sulle ande?), commettono le peggio cose per nascondere agli occhi del mondo quello che è il brasile in realtà.
    Sapendo tutto questo io per certo boicotterò i mondiali per quel che mi riguarda, ovvero farò le uniche. Due cose in mio potere, almeno nell'immediato. Non li guarderò e divulgherò queste notizie. Quante persone pensi saranno davvero in grado di spegnere la tv davanti alla partita della nazionale di idioti che degnamente rappresenta questo nostro stupido paese? Io sono convinto che pochi saranno capaci di non guardare le pattite....
    Ed è il primo esempio che mi viene in mente. Conosco decine di persone che rinunciano ad alimenti di qualità per se stessi e per le loro famiglie, ma hanno sempre l'ultima versione dello smartphone figo del momento. E posso andare avanti all'infinito...ma non servirebbe a null'altro se non a farci venire la gastrite.
    Un giorno fu detto che combattendo un sistema non riuscirai mai a cambiarlo, ma che se davvero vuoi fare qualcosa devi mettere in piedi un sistema nuovo, alternativo, in grado di dimostrare che il vecchio è obsoleto.
    Questo bisogna fare, comportarsi nel proprio piccolo in modo differente, essere coesi ed uniti...anche se non posso negare che alle volte desidererei che tante teste venissero rotte piuttosto che aggiustate.
    I mali, se non curabili, vanno estirpati.

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  3. Ohi, poi, sia ben inteso. Io non sono meglio di nessuno perchè ad esempio sebbene sappia che cosa accade nella fabbrica cinese di apple sono un possessore di iPad....

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  4. Ma vedi... secondo me infatti non è l'integralismo la soluzione. Non si arriverà mai (e dico purtroppo, eh) a contagiare il prossimo in maniera estesa, comportandosi in maniera integralista. Magari, e non è poco, comportandosi bene si potrà passare l'esempio ai propri figli che a loro volta di spera lo passeranno ai propri. Ma temo che non saranno queste azioni "private" a cambiare il mondo.
    Poi la coscenza personale è un'altra cosa e magari in coscenza scegliamo di non guardare il mondiale o non comprare l'I-Pad perché ci sembra giusto far così (io per esempio non comprerò mai un prodotto Apple, me ne vergognerei, sul serio).
    Come sempre, perché un cambiamento vero avvenga, questo deve nascere dalla necessità.
    E' l'equilibrio che tenderà a ristabilirsi, volenti o nolenti, che sarà in grado veramente di mutare il nostro quotidiano, proprio perché l'umano come dicevi anche tu non ha discernimento, per lo meno se inteso come popolo nel suo insieme. Singolarmente siamo uomini, ma insieme siamo pecore. Ci comportiamo come un gregge, seguiamo il capobastone, per nostra stessa natura. Chiudiamo gli occhi verso le contraddizioni perché le deleghiamo ad altri, a più in alto, spesso proprio al capobastone che ci comanda. Perché in fin dei conti ci piace così, siamo fatti per questo. Questo non significa che allora tanto vale comportarsi male. Significa solo che scelte integraliste, hanno senso a mio avviso solo se teniamo bene a mente che serviranno solo alla nostra coscenza ma non cambieranno il mondo di una virgola. Se io non compro, e non lo farà mai, Apple, so che non muterò di un millimetro la politica della mela, tuttavia piuttosto, per mia coscenza, preferirei comunicare con i tamburi e i segnali di fumo.
    Ma torniamo alle pecore. Dicevamo... siamo pecore. Ed essendo noi pecore, quindi animali, siamo inseriti nell'equilibrio del mondo. Se questo viene meno, siamo noi stessi a patirne ed solo da questo patimento che forse qualcosa cambierà.
    Questa visione ha quindi due declinazioni. La prima, pessimista, è che al patimento probabilmente non potremo scampare. La seconda, lievemente più ottimista, è che saremo comunque costretti ad arrivare a quell'equilibrio che si diceva sopra (sempre se nel frattempo non ci annienteremo a vicenda).
    Io francamente non starò a non guardare le partite dell'Italia al mondiale, perché non è questo che porterà benefici al popolo brasiliano. Se servisse LO GIURO lo farei. Così come sono sicuro che se sapessi che distruggendo il tuo I-Pad contribuiresti veramente a migliorare le condizioni di vita degli operai cinesi, non esiteresti un attimo a farlo.
    Viceversa, se le proteste fermassero il mondiale non sarei certo tra quelli che s'incazzerebbe. Ieri quando pareva che le proteste potessero bloccare la cerimonia d'apertura e magari far saltare tutto, non ci sarei rimasto male se ci fossero riusciti. Anzi. Così come son convinto che se gli operai cinesi decidessero di bloccare la poduzione di I-Pad o la loro manutenzione per avere più diritti, tu non saresti certo scontento. Anche se magari ti trovassi ad avere un guasto al tuo tablet e dato il blocco della manutenzione sapessi che non te lo potrebbero sistemare.
    I problemi del Brasile non nascono a causa dll'organizzazione del mondiale. Il Mondiale si doveva portare dietro una serie di investimenti per le infrastrutture, quindi opere che sarebbero rimaste per il beneficio dei cittadini, che il governo brasiliano non ha poi elargito. Giusta la protesta e giusto farla durante i mondiali, che alla protesta danno molto risalto proprio perché la gente, i mondiali, li segue. Se poi tale protesta vincesse e i mondiali si fermassero, beh, bene così e io sarò a guardare mentre succede in diretta TV.

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  5. Mmmh, no, a sto giro non mi trovi d'accordo. La questione è di coerenza, non integralismo. L'integralismo è parente stretto del fanatismo, mentre la coerenza vuole dire avere una condotta in linea con quello che è il proprio pensiero e sentimento.
    Se soffro vedendo una mano ridotta all'osso di un bambino che non mangia allora devo provare sdegno verso lo spreco di cibo, e questo si concretizza incoraggiando il prossimo a non sciupare alimenti, a non sciuparlo io stesso, e addirittura a pensarci magari due volte prima di abbuffarmi in una gara a chi si sfonda di cibo.
    E la coerenza vuole dire anche sentirsi un coglione egoista che, sebbene conscio che la sua comodità tecnologica abbia un costo molto alto nella qualità della vita di chi glielo assembla, si tappi il naso e usi mille scuse per giustificare il gingillo ipertecnologico che gli permette di avere una più facile accessibilità al regno digitale. E in questo, ma ribadisco è un personalissimo pensiero, non ci dovrebbero essere malattie che tengono!
    Tu dici che non serve a nulla non guardare il mondiale. Io ti dico che per coerenza, visto che so che stanno sacrificando vite, famiglie e natura in Brasile in nome di uno sport (e non in nome di un ausilio, volendo superfluo), non potrei essere in pace con la mia coscienza guardando anche un solo minuto di partita. Si tratta a mio personale avviso di onesta intellettuale.
    Non posso far finta di niente dicendomi "tanto che io ci guardi o meno, i morti non li resuscitano laggiù". Mi trovo ad esempio a fare sti ragionamenti anche quando penso alla Nestlè. Non è fatto oscuro quanto è stato fatto in africa col loro latte condensato. Le cronache ne hanno dato ampio risalto. Per coerenza non posso acquistare prodotti a loro riconducibili. Non serve a nulla il mio rifiuto? Può essere, ma intanto io comincio a non dargli il mio denaro, che è il mio tempo ovvero la cosa più preziosa che ho.
    Apple ha fatto, e sono convinto faccia ancora, ampie porcherie in cina, ne parlarono largamente tutti i quotidiani e loro fecero pure ammenda ai tempi della notizia, ma gli altri? Qui il migliore ha la rogna. Hai mai letto No Logo? Nike, Benetton e via dicendo...hanno tutti macchie, anche se per ora non sembra siano responsabili di infanticidio ma solo di sfruttamento minorile e di etnie indigene declassate socialmente.
    Integralismo vorrebbe dire essere un autarca completo, che si stacca da ogni meccanismo pernicioso del sistema...coerente vuol dire essere altro.
    E la coerenza è tanto dura da conquistare, va consolidata passetto dopo passetto, costa rinunce....ma serve a tutti, perchè è nel più piccolo degli esempi che possiamo dare un segnale forte.
    Anche il più insignificante No! alle volte può voler dire cambiamento!

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  6. Se dal mio discorso hai capito che non serve essere coerenti, si vede che proprio mi son spiegato male.
    Il conoscersi anche molto bene a volte non basta per evitare equivoci. E' un po' un periodo di ca... caspio per formulare peniseri in forma scritta che necessitano di molta articolazione in un momento in cui tempo per formularli ne ho proprio poco. Ed in effetti rileggendo (per la prima volta) quel che ho scrirro proprio stasera, non ti biasimo per quel che ne hai dedotto.
    La prossima volta ci penso due volte, meglio stare zitti e sembrare un coglione che parlare e darne certezza, recitava un vecchio adagio. Forse era Confucio, o il nonno di Sampei. A volte li confondo.

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  7. Vecc'...mica farti problemi o pensieri. Il lato negativo dei ragionamenti in remoto è che sono fatti a metà. Si esprimono pensieri in blocchi e manca l'espressività del tono di voce, per cui tutto può essere interpretato in modo non univoco. Ho capito quel che dicevi in funzione di quanto hai scritto, e ho risposto nella misura in cui ho compreso...cervellotico sto ragionamento. Ad ogni modo tranx, ci siamo capiti e forse fraintesi a vicenda. Davanti alla prossima litrata di birra riprendiamo il ragionamento, che ne dici?

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