In QUESTO post avevo detto che vi avrei lasciato un po' di suspance... ma no,non posso resistere. Voglio che sappiate dalle mie parole quanto è successo in questa avventura.
Perciò, ecco il resto della storia!
Dei tre
giorni in cui non ero al fianco della truppa poco posso raccontare. Ci sono
però cose che resteranno indelebili nella mia memoria, proprio come la pietra
che Dario ha colorato di Giallo durante il quarto giorno di marcia.
Un segno
che spiccherà per sempre nel cuore dell’Appennino.
In questi
giorni ci sono state persone, tante per fortuna, che hanno fatto davvero la
differenza.
Mi riferisco
a Marco Mastacchi, innanzitutto. E’
partito con la Gialla Compagnia da Monzuno, alla volta di Madonna dei Fornelli.
E ha marciato tutto il giorno indossando un paio di occhiali che gli avevo dato
io la sera prima, in biblioteca… con i quali si può simulare la visione
tubulare che un retinopatico, affetto da Retinite Pigmentosa, sperimenta ogni
giorno della sua esistenza… fintanto che la vista resiste.
Onore a lui!
Durante la
giornata di Martedì il gruppo è stato accompagnato per un tratto anche dai due
padri della Via degli Dei.
Non so cosa abbiano raccontato alla truppa, ma dalle
fotografie e dagli sguardi appassionati, colti in queste istantanee, credo che
le anime di queste persone abbiano vibrato all’unisono!
Devo
ringraziare i premurosi ospiti che, in mia assenza, si sono presi cura del gruppo
per le tappe programmate. Michele dell’Albergo Ristorante Poli, ha accolto con
affetto i ragazzi, esausti dopo la giornata di cammino in mezzo al fango.
Erano
tutti esausti e ha saputo ristorare le loro membra e i loro fegati ;-).
Il mercoledì
si è avviato con una sveglia piuttosto “presta”. Dario ha richiamato tutti all’ordine
di buon ora e la marcia è ripresa serrata. La tappa doveva consegnare la
compagnia al Passo della Futa, dove il carissimo amico Simone Gualtieri, che
anche in questo caso non ho potuto ancora conoscere di persona, ha giocato un
ruolo cruciale. Pronto con la sua navetta, ha fatto la spola per trasferire il
gruppo dal Passo a Santa Lucia, la frazione dove sorge il suo Albergo e in cui
la compagnia si è fermata per la notte. Accoglienza più che amichevole. Fraterna.
Simone ha dimostrato una notevole empatia per tutti i camminatori, stanchi ed
esausti per la lunghissima marcia. La sua gentilezza è andata davvero oltre
ogni mia attesa, e ogni partecipante, al mio rientro col gruppo, ha sentito la
necessità di venirmi a dire quale splendido incontro è stato quello con lo
staff dell’Albergo Ristornate Gualtieri di S.Lucia.
Non ho molto
altro da riferire, ahimè, ma avrete tutti modo di saperne di più dal documentario
che verrà pubblicato presto!
Solo un
fatto, mi preme riportare in chiusura di questo breve resoconto.
Si tratta di
una telefonata, fatta a Dario proprio nel momento più difficile di tutta la
traversata. Era ora di pranzo, e quando il mio compare ha risposto al telefono
la truppa era nel bel mezzo di un lago di fango, in cui tutti stavano affondando
fino alle ginocchia.
“Com’è il
morale, vecchio?” ho chiesto io , un po’ preoccupato.
“Hey guys, Donato’s asking how is the moral!”
La risposta…
lo volete sapere davvero?
Un tuono di
urla, vittoriose!
Questi
ragazzi, tutti, rappresentano davvero il senso della vita!
Il gaudio
nel bel mezzo di una crisi…
Il mondo si
deve inginocchiare e rendere onore a questi cuori.
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