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giovedì 24 dicembre 2015

Pensieri... di un figlio affetto dalla Stargardt

Mamma, Babbo, avevo preparato un bel post, lungo e nutrito, fitto di esempi e pensieri... pensieri di un figlio affetto dalla Stargardt.

Ma mi sono reso conto che troppe parole non servono.

Ho una malattia rara. Punto. Questo fatto non dipende dalla volontà di nessuno. È così, e va bene così dal momento che non si cambiano le carte in tavola... in questo gioco chiamato vita.

Ma ho tanto nelle mie mani, nel mio cuore e nella mia testa. Sono un individuo, sono robusto e questo lo devo al vostro lavoro. Tutto quello che ora conta è che io ho il cuore sufficientemente forte per affrontare tutte le sfide della vita, e la Stargardt è solo una delle tante, né più né meno.

Come tutte le sfide va affrontata a viso aperto, senza darle modo di offuscare la bellezza di ogni giorno.

Io sono contento, perchè sono semplicemente vivo.

E questa la vita la devo a chi me l'ha regalata.

Voi.

Posso solo decidere come vivere la mia vita, e la voglio vivere così, col sorriso, ogni volta che ne ho la forza.

D.

6 commenti:

  1. è bellissima, in un certo senso hai fatto un regalo anche a me, con queste parole e ti ringrazio...Volevo lasciarti gli auguri di tanta serenità ma tu hai già tutto quanto ti serve, compreso l'amore, la forza e il coraggio.Ti ammiro moltissimo.Ti lascio allora il mio abbraccio e un sorriso.Susanna

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  2. Carissima...grazie a te....
    Un forte abbraccio.
    Donato

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  3. ....in genere le persone che vengono a contatto con realtà non comuni a tutti hanno una percezione più ampia della vita .una sorta di elevazione che permette loro di osservare le situazioni dall'alto distinguendo così le futilita' dalle cose realmente importanti.Sono guerrieri con un anima speciale perché quando hai la sensazione che le cose non vanno come vorresti loro ti danno modo di riflettere sul reale senso della vita meravigliosa e non sempre facile.

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    Risposte
    1. Già, se c'è un lato positivo nelle malattie è proprio questo.
      Però ti dirò: spesso ,malato o no, ho invidiato quelle povere teste vuote che vivono la vita come "pesci rossi" senza nemmeno sapere d'essere al mondo, senza farsi domande (al primo accenno di domande si accendono un bella canna e via!).
      La vita da "pensatori" è più dura. Forse più affascinante, ma certe volte è più facile non pensare.

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    2. Ti faccio allora una domanda provocatoria: e se un giorno, magari come poi accade tanto spesso proprio verso la fine della propria vita, quelle teste non pensanti/pesci rossi nell'acquario, si dovessero rendero conto che hanno vissuto una vita vuota? Sai la tragedia?

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  4. Cinzia...troppo generosa, sebbene sia nei fatti tutto verissimo. Grazie di cuore!

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