PERCHÈ, PRIMA O POI, UNA CURA LA TROVANO... MA NEL FRATTEMPO DIAMOCI UNA MANO PER NON PERDERCI NELLA NOTTE

lunedì 14 dicembre 2015

Le nostre vite...

Quante cose possiamo fare nella nostra vita, al netto di quelli che chiamiamo "impegni inderogabili", ma che nella realtà dei fatti si tratta solo di fasulle invenzioni da adulti. 

Mille e più, di certo. 

Ed è l'entusiasmo e la scoperta che alberga negli occhi di mio figlio a tenere, negli ultimi anni, la mia attenzione puntata su questi temi.

La vita va vista e vissuta con gli occhi di un bimbo, senza cinismo, senza malizia e, manco a dirlo, senza cattiveria.
Ci sono montagne di cose che possono essere vissute con entusiasmo nelle nostre esistenze, per le quali vale la pena vivere, istante per istante. 
Qualunque possa essere la nostra disgrazia, qualsiasi sia la nostra compagna di sventura, pensando a ciò che è stata la nostra giornata, nell'istante prima di cadere addormentati, un sorriso deve affiorare sulle nostre labbra.
Perchè è così, c'è troppo nella vita di grandioso per non doverlo vivere con contentezza.

E non è una questione di quanto denaro si possa investire nei divertimenti perchè, anzi, meno soldi ci sono e più ci si diverte. È un'equazione che non ho stabilito io, ma economisti di calibro mondiale. Cercate chi è Tim Jackson e leggete il suo libro, "Prosperità senza crescita". 
Il governo inglese commissionò a questi professori uno studio di valutazione della sostenibilità economica del nostro tempo. Tra le varie cose, hanno cercato di valutare la correlazione tra benessere e reddito pro capite. E hanno scoperto cose da far rizzare i  peli, per quanto basilari e scontate in verità sono. I nostri nonni, peraltro, concorderebbero con queste analisi. 
Va precisato però cosa si è inteso come indicatore di benessere e contentezza. Si è preso come riferimento la condizione di benessere sociale degli individui nel loro contesto collettivo, la possibilità di accesso all'istruzione e alle cure mediche primarie, il livello di serenità, di possibilità di svaghi e fruibilità del tempo libero, la mortalità infantile e il tenore calorico giornaliero alimentare disponibile per cittadino.
Bene, mettendo in grafico il livello di contentezza in funzione del reddito, si è potuto stabilire che il picco di benessere percepito dalle persone si ha con redditi di 8 mila dollari annui pro capite. Dopo questa soglia, il livello di contentezza percepita si stabilizza, per poi iniziare a precipitare in caduta libera oltre i 15 mila dollari annui di reddito..
Questo signori, in altre parole, hanno stabilito che un cubano è mediamente più contento del vicino e grassoccio yankee! L'avreste mai detto? Io no, o meglio non prima di aver potuto vedere cuba nel 2010.

La fa da padrone, in questa analisi, Il valore che il tempo può assumere per gli individui, a seconda delle realtà personali, sociali e lavorative.
Dipende ovviamente dal vissuto di ognuno, dal momento storico dell'esistenza di una persona, dalle personali ambizioni ed inclinazioni.

Dal canto mio, grazie soprattutto alla Stargardt, il tempo ha assunto un sapore decisamente differente. Tutt'a un tratto ha preso sempre più valore, diventando prezioso più dell'oro.
Lo ripeterò sempre, la scoperta di essere malato è stata una doccia fredda da cui mi sono asciugato e riscaldato grazie all'affetto di chi mi sta ogni giorno vicino, ma poi i passi ho iniziato a dirigerli io, nella direzione da me scelta e desiderata.
Ne ho parlato anche QUI, ma sono alcuni giorni che torno spesso con la mente a queste considerazioni, e quindi ho deciso di scrivere ancora in merito a un argomento a me così caro.

L'ultima occasione di ragionarci sopra è stata proprio sabato scorso, quando finito il turno di lavoro, una volta appeso il camice bianco nell'armadietto, ho fatto le corse per rubare alla giornata gli ultimi scampoli di luce.

Guidavo in mezzo alla nebbia, che si addensava a mezza costa, e mi dicevo "ma guarda che ti sei messo in testa di fare, mezzo ciecato che sei...". Ero un po' in ansia perchè si vedeva davvero a dieci metri,lungo i tornanti che percorrevo con la macchina. Avevo anche pensato di fermarmi e tornare indietro ma, proprio poche curve dopo la mia  preoccupazione, sono sbucato oltre la grigia cortina, e ho trovato un sole intenso pronto a fugare ogni tentennamento dalla mia anima.

Mi sono ritrovato a ridere tra me e me per lo stupore. Il paesaggio era davvero mozzafiato e mi scappava da ridere...
Mi sono divertito un mondo in quell'oretta, solo con la mia reflex e il tramonto in quota.
Non ho fatto nulla di speciale. Ho semplicemente passato una manciata di minuti a scattare foto davanti a un paesaggio mozzafiato. Un'attività a basso impatto economico e piuttosto sostenibile, che mi ha riempito di gioia e ha generato anche un nuovo contenuto per il blog che ora state leggendo.

In fondo, il bello di vivere è proprio questo. Avere la serenità di poter cogliere le piccole sfumature nel quotidiano, assaporando le bellezze che il vivere riserva agli attenti e appassionati dell'esistenza.
Certo, una minorazione sensoriale pone paletti sul proprio cammino, ma si tratta di trovare solo il sentiero alternativo, e il viaggio può riprendere, zeppo di stupore, di scoperta e di nuovi stimoli.

Io posso raccontarvi, post dopo post, solamente delle mie esperienze. 
Cerco di sondare il terreno dell'esistenza sperimentando e cercando nuovi stimoli, nel tentativo di ridisegnare i confini dell'essenza più interiore, dei desideri più nascosti che troppo spesso coscientemente cerchiamo di ignorare.

La fotografia, la musica, la scoperta di quali segreti si nascondono nel borgo dietro l'angolo, o anche semplicemente la voglia di saggiare le emozioni e le sensazioni che scaturiscono nel gustare la buona cucina.....
Sono infinite davvero le vie della sperimentazione esistenziale, e assolutamente plasmabili in funzione delle difficoltà sensoriali che una malattia può ad esempio presentarti.
E da questi ragionamenti, il passaggio al "come usiamo il nostro tempo libero" è piuttosto rapido.

Il lavoro...è una maledizione. 

Necessaria? 

Forse, ma ogni regola può essere riscritta, o quanto meno ridimensionata.

Quando passate un week end intenso, dedicato a far cose che vi riempiono di sana contentezza, come potete pensare con serenità al lunedì che incombe? Mi riesce così alieno pensare di dedicare la maggior parte della mia vita al lavoro, sacrificando il tempo di scoprire, sperimentare, amare, gioire...insomma, vivere!
Ed è proprio in questi frangenti che prendo in mano la mia vita e inizio ad esaminare come poter rivedere, al ribasso, le quote settimanali che devo dedicare a ciò che non centra con quello che voglio dalla ma vita. 

L'unica via è agire sulle uscite inutili. Inutili e dolorose, perchè ogni spesa idiota corrisponde ad ore di lavoro necessarie a coprire quella spesa.

E in questo senso, tutti i beni voluttuari prendono la dimensione che gli compete. 

Diventano minuscoli, insignificanti...no, anzi, fastidiosamente pesanti, perchè per mantenere il tenore che la vita da consumatori, a cui ci vorrebbero allineati, costa tanto in termini di tempo. Nei nostri giorni il termine consumi e consumatori pare abbia un'accezione alta, nobile quasi. Ma se io penso al senso di questa parola, ci trovo poco di elevato. Una cosa consumata è ormai da buttare. Consumare vuol dire far sparire, rovinare...sciupare.

Spesso guardo al decennio scorso e penso ai costi che la tecnologia aveva nel nostro quotidiano. Un cellulare, al tempo, corrispondeva a qualche ricarica fatta di tanto in tanto, mediamente. Oggi tutti abbiamo un settimanale stillicidio di denaro che serve a mantenerci sul pezzo, in termini di connessione web e umts. A fine anno, euro più euro meno, vanno a costare una settimana di lavoro. Una settimana di tempo che buttiamo per fare niente di tangibilmente concreto. 

Cosa resta di quel tempo? L'incazzatura quando il traffico del periodo è esaurito e non possiamo più navigare gratis...

È un estrema citazione, lo so, però oggi abbiamo una pressione onerosa che ci porta a lavorare molto di più di quanto avremmo bisogno. E questo, per chi come me si uccide la vista nello svolgimento del suo lavoro, ha un peso enorme. 

Ricordo nettamente i giorni in cui macinavo 40 ore settimanali a staccare fustelli, dietro al banco della farmacia dove prestavo servizio al tempo. In tre mesi di lavoro avevo iniziato a soffrire di diplopia e nistagmo. Avevo gli occhi in guerra...

Ora, non ne ho mai fatto mistero, viaggio su binari molto più confortevoli. Con 25 ore di banco a settimana mi permetto una visione più stabile, senza grossi tremori e sdoppiamenti. Ho ridotto l'impatto della Stargardt sulla mia vita, e ho comprato 60 ore di libertà in più al mese.

A che prezzo? 

Tanta contentezza e meno dolore bulbi oculari. E meno scemenze intorno alla mia vita, di conseguenza. Se fai un down shift nella tua vita, immancabilmente la decrescita si trasforma in meno cose inutili da comprare, in minor zavorra esistenziale sulle spalle e in una mirata riduzione di consumi fittizi. E levando via tutto il fumo che ci offusca la vista, scopriamo che avendo tempo per pensare e ragionare con lucidità possiamo spendere meno per vivere meglio. Molto meglio, sotto ogni aspetto.

Ed ecco, tanto per chiudere con lo stesso soggetto con cui ho iniziato questo post introspettivo, arriva puntuale l'osservazione che il mio ometto ha fatto alcuni giorni fa, giusto un istante prima di addormentarsi tra le mie braccia.

"Babbo, non devi andare a lavorare. I grandi non devono lavorare, devono stare con i loro bimbi"

Beh, io non posso rispondere a questi occhi innocenti che devo star lontano da loro tante ore perchè ho bisogno di accumulare i soldi per comprare dell'inutilissimo niente.

10 commenti:

  1. Questo post è uno schiaffo. Ma di quelli sani, di quelli che ti vengono dati per aiutarti. Aiutarti a svegliarti.
    Stiamo tutti dormendo. Avete presente in Matrix? Gli uomini allevati come polli per fornire energia al sistema? Beh, certo, quello era un film di fanscienza, ma è poi davvero così alieno rispetto a quel che ci accade nella realtà? Non siamo forse, in fondo, animali che con la loro energia (il lavoro) forniscono la spinta necessaria per far girare tutto il meccanismo (l'economia = il consumismo; perché a questa equazione oggi è ridotta tutta l'economia)?
    Il downgrade del consumo è una realtà che anche io ho abbracciato da tempo. Se una cosa non mi serve, non la compro. Cerco di non fare mai spese inutili ed onerose, alle quali poi dovrei sacrificare anche solo il pensiero di collocarle nel bilancio familiare di quel mese. Tuttavia non ne sono totalmente immune, a questa assurdità, come mi piacerebbe pensare.
    Ho dovuto comprare la macchina (usata, ok) per andare a lavorare e sono andato a lavorare in passato per potermi (anche) comprare la macchina che ho adesso, perché sapevo che quella vecchia stava per andare in pensione. Ma a pensarci, non è un controsenso idiota?
    E se tutto quel tempo speso per accumulare soldi per comprare la macchina fosse stato speso per stare con mia figlia e con la mia compagna, quanto ne avrei guadagnato in termini di vera soddisfazione? Se si potesse trovare una formula per cui si potesse ricavare il minimo... non il minimo, ok, non facciamo troppo i radicali... il giusto, per poter vivere senza affanni ma anche senza sprechi, e sacrificare in questo modo un po' di "sfizi" ad una più generale migliore qualità della vita, intesa anche come avere tempo per godersi i momenti preziosi, come quelli che hai descritto tu nel post, ma non ne ricaveremmo un senso di soddisfazione più profondo, più completo?
    Cos'è la ricchezza, se non il "possedere" ciò che ti fa davvero star bene?

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  2. Già avviare il downgrade è un passo...il più importante. Poi c'è poco da fare, ci sono regole a cui tocca sottostare, in qualche misura e nel bene o nel male. L'auto è una necessità. Io ne posso fare a meno perchè sono riuscito a farmi avvicinare a casa col lavoro, altrimenti avrei ancora due macchine in garage.
    Il processo è lento, ma la cosa importante é che proceda...fino alla necessaria autarchia a cui spero di giungere!

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  3. concordo è auspicabile riuscirci però difficile con il tempo bisognerà convincere anche i propri figli. I figli però vivono in una società che creerà loro desideri e confronti con i coetanei,per cui è una bella impresa,non saprei dare consigli su come allevare un figlio che sia svincolato dai giudizi dei coetanei e libero di scegliere solo l'utile e capace di capire qual'è il suo utile e indispensabile

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  4. Concordo, sarà una sfida ardita...ma c'é solo da guadagnarci in qualità della vita e benessere emotivo.

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  5. Perdonami, ma io resto coi piedi per terra.
    Vedo migranti (enche economici, non solo profughi) che accettano anche il rischio di crepare in mare pur di abbandonare il loro paesello africano e venire in Italia. Eppure son convinto che il loro bel paesello caldo, magari sul mare, darebbe sicuramente una pace interiore migliore di quella che può dare un paese nella bassa padana dove o c'è nebbia, pioggia e un cazzo di freddo oppure si schiatta di caldo umido.

    Non possiamo negare che sia bella una gitarella fuori porta con la propria famiglia, ma benzina e autostrada costano. E se in estate è bello mangiare panini in mezzo alla natura, nel periodo invernale e piovoso è molto più bello entrare in una trattoria tipica e degustare cose particolari.
    Se poi non si hanno figli, viene da farsi delle amicizie... ma poi gli amici decidono di andare a fare la settimana bianca...

    Altra considerazione: il downshifting si può fare se si ha ancora un buon margine di soldi a cui poter rinunciare, ma esistono famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese pur lavorando 8 ore al giorno. Che downshifting posso fare?
    Fortunatamente io ho ancora un buon margine, ma in ogni caso bisogna considerare che non si è soli: da soli si potrebbe fare anche tutto il downshifting che si desidera, ma come ci sentiamo nei confronti dei nostri famigliari che malati non sono?

    Capisco che in assenza di alternative, ci conviene trovare ciò che c'è di buono in questa strada (e quindi finire per parlarne tanto bene)..... Quindi ,Donato, hai perfettamente ragione. E io sono semplicemente uno che ancora non ha capito tutto ciò. Sono ancora un illuso, sono ancora..."cieco".
    Però scommetto che se domani mattina vinci al superenalotto..................

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    1. Ma perchè si deve ragionare per estremismi? E perchè è sempre una questione di soldi? Io parlo di altro, ma è il mio pensiero e non devo convincere nessuno. Questo blog è una finestra sulla mia vita e ci scrivo riflessioni molto personali che possono, spero, servire da spunto per chi è finito nella mia situazione suo malgrado. Ma se cerchi risposte, coe ti ho detto, devi lavorare su di te.... Se domani facessi sei al super enalotto? Beh, nel caso ti dirò cosa ne farò di quei soldi. Ma siccome oggi non ho fatto sei al superenalotto non ha senso fantasticarci su. Io penso al mio oggi, con quello che riesco a fare. Domani penserò a domani, e non vuol dire vivere alla giornata. Vuol dire vivere l'attuale senza ipotecarsi la vita quotidiana nel timore di quello che accadrà domani. Non hai potere sul domani, ma solo sulle emozioni dell'oggi. Punto.

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  6. Visto che forse in questi commenti mi sono presentato come un goliardico e gaudente sciupone e consumista, forse è meglio se chiarisco meglio chi sono e come vivo:
    Mi definisco (e soprattutto mi definiscono) un rozzo, un orso, pure un po' spilorcio, non mi compro mai un vestito nuovo, i cellulari li uso finchè non mi abbandonano o finchè non trovo più la batteria di ricambio, compro l'auto che costa meno, non mi interessa di cambiare il tal mobile in casa, non mi interessa apparire, non mi interessa fare finanziamenti su finanziamenti per fare il consumatore e non mi interesano nemmeno i viaggi in paesi lontani.

    Però ci sono un po' di cose che a cui tengo molto, moltissimo. E alcune sono economiche, mentre per altre servono un po' di soldini:
    Amo la natura, la nontagna, possibilmente (quasi mai, purtroppo) anche il silenzio e l'isolamento. Amo le amicizie semplici e genuine, gente da "fuoco, polenta, vino rosso e sorrisi".
    Se mi proponi di scegliere tra 2 giorni in crocera (la felicità al quadrato) oppure 2 giorni in uno sperduta baita senza acqua e senza corrente, scelgo la seconda.
    Purtroppo queste cose economiche sono amate da pochi, molto pochi. E quindi mi ritrovo senza amici con cui poterle fare e pure la mia compagna non è molto per la quale (soprattutto all'idea di farle solo io e lei senza amici).
    Di contro mi viene molto facile fare altre cose abbastanza rozze, ma non altrettanto economiche: eventi e ritrovi motociclistici ai quali partecipo con la mia moto BMW (non proprio la più economica sul mercato), stracarica di tutto ciò che occorre per campeggiare (che palle gli alberghi!). Benzina, autostrada, mangiate (qualche volta fagioli dal pentolone, ma più spesso in trattoria), bar, aperitivi, ecc.
    Insomma: il barbone con la carta di credito in tasca.

    Dai che se qualche volta sono dalle parti di Cesena, ci facciamo un bicchiere di Albana a Bertinoro! ;)

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    1. Grazie per esserti presentato. Per l'albana a Bertinoro quando vuoi...un fischio e ci spariamo un fiasco!

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