La nostra avventura... se solo penso che abbiamo organizzato questo evento in modalità remota, faccio anche io fatica a crederci. Fino a ieri ci eravamo sentiti solo ed esclusivamente per via telematica, ed è stato molto strano, il nostro primo incontro, davanti al parcheggio dell'ostello. Conoscendo il cuore di scamorza che mi batte in petto, ero sicuro che appena ci saremmo visti mi sarei commosso per la tanta emozione. Invece è stato inaspettatamente sereno questo incontro, perché quando ci siamo fissati dritto negli occhi, sebbene a modo nostro visto che siamo entrambi ipovedenti, non mi è parso di incrociare lo sguardo di uno sconosciuto. Mi sembrava di conoscerlo da una vita, Dario.
Nell’universo vigono regole ancora poco comprese dall’uomo, e probabilmente è grazie ad una di queste sconosciute leggi cosmiche che noi due abbiamo potuto mettere insieme tutta questa avventura, senza neppure esserci mai visti di persona. Eravamo amici da sempre, ma non lo sapevamo ancora.
Con grande fortuna io ed Elena troviamo da parcheggiare proprio a due passi dall’ostello. Una bel colpo, vista la quantità di roba che dobbiamo scaricare. Ci sono le t-shirt ufficiali dell’iniziativa, il materiale divulgativo e promozionale di NoisyVision e di Retina Italia, più altre cosette tipo il tavolino da campeggio che dovrò montare in piazza del Nettuno e che fungerà da banchetto, le bandiere dell’evento, più tanto altro ancora. Raggiungo Dario e i ragazzi all’ostello. C'è allegria nell'aria, tutti sono elettrizzati per quello che sta avendo inizio e hanno dei sorrisi eloquenti stampati sui volti.
Fatte un
po’ di presentazioni ci raduniamo tutti nel seminterrato dell’ostello. Abbiamo
un'intera sala a disposizione per fare il briefing e distribuire le magliette
gialle col logo dell'avventura. Vedo che già il gruppo è affiatato. Siamo tutti
in cerchio e, a turno, ognuno racconta qualcosa di se. Qualcuno già si conosce,
altri si sono incontrati oggi per la prima volta. Fabrizio e sua moglie
Elisabetta, anche lei guida CAI, arrivano di li a poco, insieme a Marco S. e
Amador, i due video maker che gireranno il documentario di tutta l'impresa.
Moldavia, Finlandia, Germania, Olanda, Islanda, Spagna e, naturalmente,
Italia...quante bandiere riunite sotto il giallo di questa spedizione.
Mentre
stiamo finendo di definire gli ultimi dettagli, le cameriere dell’ostello
portano il rinfresco che abbiamo ordinato. Io non ho fame, ho lo stomaco
chiuso. E non sono il solo perché vedo che parecchi puntano le bottiglie di
prosecco piuttosto che il cibo. Un paio di giri di bollicine e i nervi si
distendono quanto basta per riuscire a mangiare qualcosa.
Arrivano
rapidamente le 12:00, devo avviarmi con Fabrizio verso Piazza del Nettuno per
allestire il banchetto attorno al quale ci riuniremo. Mi chiama anche la Banda
Rossini per informarmi che si stanno radunando sotto quel po’ di ombra che
Palazzo Re Enzo riesce ancora a regalare, in questa giornata di caldo estivo.
In effetti il sole picchia, ma è una manna rispetto alle giornate autunnali
della settimana appena trascorsa. Mentre sistemo le nostre cose mi telefona
Matteo Stefani, il campione mondiale di arrampicata. Ci onorerà della sua
presenza al via ufficiale della camminata. Dimenticavo: Matteo è un ragazzo non
vedente.
Passano
pochi minuti e inizio a sentire da via Indipendenza la voce di Dario: al grido
di "Yellow The World!" appare il serpentone giallo, in testa al quale
sventolano le due grandi bandiere, sempre gialle, su cui troneggia il logo di
NoisyVision. In breve lo spazio sotto la statua del Nettuno si riempie di
colore. Dario è un vero e proprio animale da palcoscenico.
Un personaggio
carismatico che, con il suo megafono, catalizza l’attenzione di parecchi
passanti, che si iniziano ad affollare attorno al nostro gruppo. La Banda Rossini
parte con una marcetta e di li a poco iniziano le danze propiziatorie per la
nostra avventura.
Seguono i
doverosi discorsi di commiato, i ringraziamenti ufficiali e non. E' con noi anche Matteo STefani.
Dario consegna
un bellissimo mazzo di fiori ai suoi genitori, che tra due giorni festeggeranno
i loro 40 anni di matrimonio.
Un momento davvero emozionante per tutti. Io ne
approfitto per un personale "tentativo" di ringraziamento. Oggi ho la
possibilità di gridare finalmente GRAZIE alla persona speciale che vive al mio
fianco. Siamo anche in diretta streaming su FaceBook, voglio farmi sentire da
tutti. Ci provo, ma subito le parole vengono sopraffatte dall’emozione e non
riesco a dire tanto. Ma un "grazie per aver riportato la luce nella mia
vita" riesco a pronunciarlo...
Prima di
dare il via alla camminata lasciamo la parola a Marco Lombardo, un amico
prezioso che ci ha aiutato davvero tanto per le questioni istituzionali e
burocratiche.
La più grande difficoltà che abbiamo incontrato nella
preparazione dell’evento è stata proprio quella di relazionarsi e coordinarsi
con tutti i comuni interessati dall’itinerario, ma con il suo aiuto siamo
riusciti a risolvere non pochi intoppi, che altrimenti avrebbero davvero reso
le cose più difficili. Marco decide di indossare la nostra t-shirt ufficiale e
un paio di occhiali che simulano la visione tubulare di chi ha la Retinite
Pigmentosa. Ci seguirà per le vie del centro in assetto da ipovedente.
Sono le
13:30.
E' il
momento.
La Banda si
avvia con una marcia trionfale, passando davanti Palazzo D'Accursio e infilando
via D'Azeglio. Dario si mette in testa al gruppo di camminatori, e col megafono
urla: “Yellow people, let’s go to Florence!”. Il gruppo scompare tra i palazzi
rosso bolognese piano piano. L’itinerario di oggi comprende uno dei percorsi
più suggestivi di tutta la città. Raggiunta Via Farini prima, e via Collegio di
Spagna poi, la truppa imboccherà Via Saragozza seguendola fino al Meloncello.
Da li, e in rigorosa salita, raggiungerà il Santuario della Madonna di San
Luca. Tutto con favor di porticato, il che non guasta visto che il sole è allo
zenith è ha il gas a tutta manetta.
In piazza
restiamo solo io, Elena e Marco S.: dobbiamo ripiegare verso l’ostello, per
riportare in auto tutto il nostro materiale e prelevare tutto ciò che non stava
negli zaini da trekking dei camminatori. Con la macchina dei video maker sarà
possibile trasportarli di tappa in tappa, consentendo a tutti i partecipanti di
averne accesso in caso di bisogno. Sono le 14:30 quando ci mettiamo al volante.
Direzione Montagnola di Mezzo, all'interno del Parco della Chiusa di
Casalecchio di Reno.
La
raggiungiamo in meno di venti minuti, coprendo la stessa distanza che i ragazzi
faranno a piedi in tre ore abbondanti di marcia. Come cambiano le prospettive
delle distanze quando si cammina... e quanta ansia va via se non si può correre
ma andar di passo.
La casa è
un recupero rurale, a dir poco magnifico. E' su due livelli, con altrettanti
appartamenti ben arredati e full optional. Non manca davvero nulla: c'è la
carta igienica, il sale, l'olio, il caffè e lo zucchero, ogni genere di pentola
e padella. E' in assetto per 14 ospiti, ma arriva a tenere fino a 18-20
persone. E tutto questo è immerso tra campi di grano e cespugli di ginestra
profumatissima a perdita d'occhio. La vista è mozzafiato: davanti alla casa c'è
una terrazza che affaccia sulla pianura tra Bologna, Modena e Casalecchio.
Abbiamo l'orizzonte sgombro ad ovest, e questo ci anticipa che stasera avremo
modo di seguire il sole fino al crepuscolo.
Ci
raggiungono anche Francesca e Luigia, con le rispettive famiglie. Sono mie
carissime amiche dei tempi dell'università, e sono qui per organizzare una
piccola sorpresa al gruppo in arrivo da Bologna. Con i loro bimbi, hanno
costruito strumenti musicali di fortuna, rigorosamente gialli come i loro visi,
pitturati con i colori alimentari.
Saranno la Banda Gialla arruolata per
suonare all'arrivo della compagnia gialla, che non si farà attendere troppo.
Puntuali come un orologio, eccoli far capolino dal vialetto che taglia in mezzo
al campo di grano. La banda inizia a suonare e tutti si mettono a ballare. Uno
spettacolo!
Afferrato
il megafono, Dario dichiara conclusa la prima tappa, e l'euforia è grandissima!
Io ed
Elena, intanto, abbiamo preparato una tavolata di benventuo con Spritz, succhi
di frutta e patatine. Alberto e Nicolas, da bravi friulani, avevano una piccola
sorpresa per tutto il gruppo: una soppressa artigianale, a stagionatura media,
e una bottiglia di prosecco di Valdobbiadene. Inutile dire che non è rimasto nulla,
e questo vale anche per i 5 litri di prosecco che avevo stappato per fare gli
Sprizzettini. L'atmosfera è rilassata e festosa. L'aria è molto gradevole e si
sta davvero bene. Qualcuno trova nel prato un quadrifoglio. Io e Gabriella ci
avviciniamo per vedere: non ne ho mai trovato uno in vita mia, e neppure a lei
capita così spesso di scoivarne qualcuno. Si avvicina Maaike e a un certo
punto, mentre sta parlando, s'interrompe, si china a terra e, senza neppure
guardare, allunga una mano e coglie un quadrifoglio. "Non l'ho visto, ma
sapevo che era li", dice, come fosse la cosa più normale di questo mondo.
Io e Gabriella restiamo a bocca aperta. Lei le si avvicina e la tocca,
chiedendole qualcosa. Non so che cosa si siano dette le due ragazze, resta li
fatto che di li a poco pure Gabriella ne trova uno. Ed è solo l'inizio.
Si uniscono
al rinfresco anche alcune autorità del Comune di Casalecchio di Reno e Maria
Teresa Ragazzi, colei che ha pensato e curato il progetto con cui è stato
possibile ristrutturare e rendere fruibile questa magnifica casetta. Luogo
peraltro disponibile per chiunque ne faccia richiesta, dato che viene affittata
di settimana in settimana a cifre davvero convenienti. Un paradiso nel verde e
nella tranquillità, a due passi da Bologna. Impagabile come rarità!
Finito
l'aperitivo, i ragazzi scendono nel Parco della Chiusa con alcuni assessori di
Casalecchio per visitare lo Smart Park, una serie di percorsi ad elevata
accessibilità ce forniscono ai non vedenti informazioni sull'ambiente che li
circonda. Nel giro di un'oretta eccoli tornare alla base. Mentre si sistemano e
si rinfrescano, ne approfitto per i preparativi della cena. Il menù del
camminatore oggi prevede Penne al pesto genovese con fagiolini e patate,
Friggione bolognese come secondo, e 11 litri di Cabernet Sauvignon dei Colli
Berici come carburante. E' stata una vera impresa preparare 4 kg di cipolle
margherita ipg, ma ne è valsa la pena: da stasera la dolce crema di cipolle
stufate bolognese è stata ufficialmente sdoganata e amata in tutto il vecchio
continente... o quasi! Il dolce lo ha portato Gabriella: le sfogliatelle!!!!
La giornata pare ormai in chiusura, ma inaspettatamente la natura decide di farci qualche bel regalo...
"The Red in the sky is ours" ho detto con tono solenne, indicando a
mani aperte l'orizzonte vermiglio. Ho timidamente guardato tutti i ragazzi, ma
la frase pareva fosse passata inosservata. Di li a poco, invece, mi si avvicina
Alberto.
"Scusa
Donato, ma la frase che hai detto è un modo di dire di qualche posto, per
caso?"
"No",
gli rispondo con il cuore che attacca a correre "sarebbe il titolo di una
canzone.."
"...degli
At the Gates!" esclama lui senza farmi neppure finire la frase!
Io mi
inchino con riverenza di fronte a colui che, a quanto pare, è un altro metallaro
in incognito nel gruppo!
E da li
inizia la grande chiacchierata sulla musica metal. Chi ti piace, ultimo
concerto a cui sei andato, primo concerto visto, dove suonavi, che musica
suonavi... Si avvicina a noi anche Nicolas, e così scopro tantissime cose
incredibili sul loro passato musicale. Vengono entrambi dalla provincia di
Pordenone e si conoscono da una vita. Mi raccontano della loro band e la serata
prende una piega davvero heavy!!!
Marco S. e
Amador, da veri professionisti, non si sono lasciati sfuggire la possibilità di
catturare questo magnifico tramonto con un time lapse incredibilmente accurato.
Sono ansioso di venderlo in video, perchè gli sono stati dietro davvero per
tutto il tempo.
Come
dicevo, le sorprese che gli Dei avevano riservato al nostro primo giorno di
cammino non erano ancora finite. Congedato il sole a ponente, ecco che a
levante inizia un'altra alba. Argentata, questa volta. Una luna grandissima fa
capolino da dietro Monte Albano, e di li a poco i sui pallidi riflessi si spandono
lungo tutta la valle davanti a noi. Ne approfittiamo per fare quattro passi
lungo la sterrata che porta alla Montagnola di Mezzo. Con un po' di attenzione
però, visto che per molti di noi la cecità crepuscolare è un'infida compagnia
da cui non si riesce a prescindere. Percorriamo meno di venti metri quando ecco
la terza sorpresa della serata: decine di lucciole sbucano dai cespugli di
ginestra. Sono commosso. Da trent'anni non avevo più viste. Rientriamo alla
casa e facciamo il punto della situazione. Si decide ora di colazione e di
partenza per domani, ma qualcuno manca all'appello. Ci guardiamo intorno e di
li a poco il camminatore mancante sbuca dalle tenebre. Bernard si era attardato
nell'ammirare le lucciole, e quando ricompare dall'oscurità viene immortalato
da questo scatto, che lo ritrae in versione mannaro.
Come hai ripetuto anche tu diverse volte durante il racconto, il miglior termine per descrivere le sensazioni che si provano anche solo a leggere di questa avventura è: EMOZIONANTE.
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