Mauro Corona, interpellato in merito alla qualità della ristorazione in Italia, una volta disse: "Provate a stare senza mangiare per tre giorni! Poi vedrete come tutto vi sembrerà prelibato e sopraffino".
Bene, per quanto estremo, il suo ragionamento a mio avviso non fa una piega. Lo dobbiamo ovviamente contestualizzare in una discussione in cui si ragionava sulla tendenza culinaria basata sulla ricerca dell'estrema perfezione in cucina, che ai nostri giorni è particolarmente up to date.
Io ho trovato il modo di applicare questa equazione di semplificazione esistenziale anche a molti altri aspetti della vita...e ovviamente la Stargardt c'è finita in mezzo.
Noi tutti ci vediamo male.
Malissimo, alcuni, malino i più fortunati.
La "maledizione" di un ipovedente è, paradossalmente, proprio quel residuo di vista posseduto. Sembra una bestemmia, lo so, ma aver ogni giorno di fronte agli occhi il proprio deficit è come avere un promemoria che continuamente grida "ci vedi male! ci vedi male!".
Questo genera un tremendo disagio alla maggior parte di noi, perchè in ogni istante vediamo quello che vediamo e lo vediamo male, con la profonda consapevolezza di come invece vorremmo vedere.
Ok. Questo è il bicchiere mezzo vuoto.
Provo ora ad applicare l'equazione di Mauro Corona.
Proviamo a bendarci gli occhi per una giornata intera. Non tre giorni, come il caso del mangiare, ma solo 24 ore.
Battezziamo la data opportuna e la sera, andando a letto, indossiamo una mascherina da notte, come quelle che ti danno nei treni scandinavi per affrontare i periodi di luce perpetua.
Al risveglio teniamole su e continuiamo così per tutto il giorno, fino a che non si fa di nuovo ora di andare a dormire.
Il mattino successivo leviamo la mascherina...e vediamo che cosa ci appare.
Sono piuttosto convinto del risultato.
Qualcuno potrebbe giustamente chiedermi "Oh, suonato! Ma per caso sei contento di vederci male, allora?"
Beh...avessi potuto scegliere avrei fatto diversamente, ma data la situazione posso dire con certezza che sì, sono contento di vederci. Male? Bene? E' tutto relativo, per quanto oggettivo.
Perché avrei potuto non vederci proprio...e tra l'altro non è ancora detto, vista l'imprevedibilità della vita!
Non è una questione di accontentarsi, ma di essere realisti... e felici di quello che c'é e che ancora funziona.
La nostra situazione è questa, volenti o nolenti. L'unica cosa che possiamo fare è non farci azzoppare da questa condizione e fare di necessità virtù! Abbiamo solo da perderci a stare immobili e sofferenti di fronte alla realtà di ipovedenti.
Per cui, ragazùl, sorriso in faccia e via di corsa in contro alla vita!
Sempre avanti, come si dice qui nella Rossa, Dotta e Torrita Bologna.
Bene, per quanto estremo, il suo ragionamento a mio avviso non fa una piega. Lo dobbiamo ovviamente contestualizzare in una discussione in cui si ragionava sulla tendenza culinaria basata sulla ricerca dell'estrema perfezione in cucina, che ai nostri giorni è particolarmente up to date.
Io ho trovato il modo di applicare questa equazione di semplificazione esistenziale anche a molti altri aspetti della vita...e ovviamente la Stargardt c'è finita in mezzo.
Noi tutti ci vediamo male.
Malissimo, alcuni, malino i più fortunati.
La "maledizione" di un ipovedente è, paradossalmente, proprio quel residuo di vista posseduto. Sembra una bestemmia, lo so, ma aver ogni giorno di fronte agli occhi il proprio deficit è come avere un promemoria che continuamente grida "ci vedi male! ci vedi male!".
Questo genera un tremendo disagio alla maggior parte di noi, perchè in ogni istante vediamo quello che vediamo e lo vediamo male, con la profonda consapevolezza di come invece vorremmo vedere.
Ok. Questo è il bicchiere mezzo vuoto.
Provo ora ad applicare l'equazione di Mauro Corona.
Proviamo a bendarci gli occhi per una giornata intera. Non tre giorni, come il caso del mangiare, ma solo 24 ore.
Battezziamo la data opportuna e la sera, andando a letto, indossiamo una mascherina da notte, come quelle che ti danno nei treni scandinavi per affrontare i periodi di luce perpetua.
Al risveglio teniamole su e continuiamo così per tutto il giorno, fino a che non si fa di nuovo ora di andare a dormire.
Il mattino successivo leviamo la mascherina...e vediamo che cosa ci appare.
Sono piuttosto convinto del risultato.
Qualcuno potrebbe giustamente chiedermi "Oh, suonato! Ma per caso sei contento di vederci male, allora?"
Beh...avessi potuto scegliere avrei fatto diversamente, ma data la situazione posso dire con certezza che sì, sono contento di vederci. Male? Bene? E' tutto relativo, per quanto oggettivo.
Perché avrei potuto non vederci proprio...e tra l'altro non è ancora detto, vista l'imprevedibilità della vita!
Non è una questione di accontentarsi, ma di essere realisti... e felici di quello che c'é e che ancora funziona.
La nostra situazione è questa, volenti o nolenti. L'unica cosa che possiamo fare è non farci azzoppare da questa condizione e fare di necessità virtù! Abbiamo solo da perderci a stare immobili e sofferenti di fronte alla realtà di ipovedenti.
Per cui, ragazùl, sorriso in faccia e via di corsa in contro alla vita!
Sempre avanti, come si dice qui nella Rossa, Dotta e Torrita Bologna.
Per forza.
RispondiEliminaAnch'io amo i *PRIMI* libri di Corona, quelli autobiografici, mentre detesto i più recenti dove vuole salire in cattedra a fare il vecchio brontolone che sa tutto lui mentre noi sbagliamo tutto.
Purtroppo è da un po' che non leggo più perchè ho gli occhi già abbastanza stanchi per il lavoro e alla sera........ sarebbe un ulteriore sforzo che davvero non riesco a sopportare.
Come appunto scrivi tu qui, questo sforzo visivo mi ricorda ogni attimo che sono sfigato.
Ogni attimo che passo a sforzarmi, mi ricorda che non vedo bene.
Ora mi piace molto stare con amici e famigliari e scherzare spensieratamente. Birra, chiacchiere, un abbraccio alla mia compagna..... e sto benissimo.
La vita è MERAVIGLIOSA quando sono distratto dal mio vedere male.
PS: in teoria non ho per ora disturbi, ma.... non so... saranno gli occhiali nuovi... non so... ma mi sento strabico, ho sempre mal di testa.... adesso farò un'altra visita e parlerò anche di questo.
Una cosa che mi incuriosisce molto (per non dire peggio) è che se inclino la testa di lato la vista peggiora.
Nelle mie riflessioni sempre pessimistiche ho pensato che sia a causa della bolla di lipofuscina che si sposta e quindi la macula va più avanti o più indietro rispetto al punto di messa a fuoco.
Forse l'effetto che riferisci è di tipo ottico. Di che occhiali parli? Se sono prismatici è normale, ma anche per le lenti da miope è fisiologica la distorsione periferica. E' dovuta alla curvatura della lente e non ci si fa nulla.
RispondiEliminaPerò, scusa, perchè parli di vita sfigata? Io non mi sento uno sfigato. Il concetto di sfigato è una distorsione relativa della considerazione del proprio io contestualizzato a un riferimento esterno, verso cui ti riferisci e ti confronti.
Se permetti nessuno di quelli che sono venuti a camminare con me lungo la via degli dei, cieca inclusa, si è mai sentito uno sfigato. Sfigato cosa significa? Non poter fare quello che fanno gli altri? Io nella mia vita ho fatto cose che la maggior parte delle persone del mondo non ha mai neppure immaginato di poter fare un giorno.... però non mi sento di dire che loro sono sfigati. Ognuno deve vivere una vita sua, non quella che gli altri apprezzerebbero o vorrebbero. Chi se ne frega degli altri, scusa...