a cura della dr.ssa Elena Z.
La Vitis Vinifera, o vite comune, è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo. poi diffusa attraverso i Romani a tutte le popolazioni conquistate. E' in tutte le sue componenti fonte inesauribile di risorse in campo nutrizionale, cosmetico e terapeutico. Più che di solo frutto, è infatti corretto parlare della vite in toto, in quanto se ne utilizzano varie parti: foglie, semi, frutti, linfa, gemme, ciascuna delle quali vanta diverse proprietà.
La Vitis Vinifera, o vite comune, è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo. poi diffusa attraverso i Romani a tutte le popolazioni conquistate. E' in tutte le sue componenti fonte inesauribile di risorse in campo nutrizionale, cosmetico e terapeutico. Più che di solo frutto, è infatti corretto parlare della vite in toto, in quanto se ne utilizzano varie parti: foglie, semi, frutti, linfa, gemme, ciascuna delle quali vanta diverse proprietà.
Il frutto della vite comune, l'uva, ricca di flavonoidi, "flavoni" e
"antociani" che contribuiscono al suo colore e svolgono una
funzione antiossidante, ha un contenuto d'acqua pari all'80% del peso, 15% di
zuccheri solubili, in particolare glucosio e levulosio variabili con il grado
di maturazione, la coltivazione e il clima, e una presenza consistente di
ferro, calcio, fosforo, tiamina, riboflavina,niacina, Vit.A e Vit.C . Nella sua
polpa si riscontrano numerosi alfa idrossi acidi, fra cui acido tartarico
libero e acido malico, mentre nell'uva acerba abbonda l’acido glicolico. Il
succo d'uva ha un notevole valore calorico, pari a 900 cal/kg , ma e' molto
digeribile, energetico, rimineralizzante, disintossicante, rinfrescante,
diuretico, ha effetto lassativo e colagogo.
Le proantocianidine esercitano un effetto antimutageno (correlato
all'attività antiossidante), utile per prevenire l'invecchiamento cutaneo e le
patologie a carattere cronico- degenerativo; in analogo modo, le proantocianidine
esercitano una blanda inibizione enzimatica, favoriscono il corretto
funzionamento del sistema periferico vascolare e, da ultimo, vantano buone potenzialità migliorative a livello
oftalmico.
L’uva, in particolare quella rossa, contiene due sostanze antiossidanti interessanti, la quercitina e il resveratrolo. La quercetina è un flavonoide ed è contenuto anche in altri alimenti, tra quelli più ricchi oltre all’uva rossa, troviamo i capperi, le cipolle, gli agrumi, le mele e i mirtilli. Negli studi sperimentali la quercetina si è dimostrata uno dei flavonoidi più attivi, risultando utile nel sostenere le fisiologiche difese dell’organismo in caso di allergie e nel favorire i normali meccanismi di detossificazione del fegato.
L’uva, in particolare quella rossa, contiene due sostanze antiossidanti interessanti, la quercitina e il resveratrolo. La quercetina è un flavonoide ed è contenuto anche in altri alimenti, tra quelli più ricchi oltre all’uva rossa, troviamo i capperi, le cipolle, gli agrumi, le mele e i mirtilli. Negli studi sperimentali la quercetina si è dimostrata uno dei flavonoidi più attivi, risultando utile nel sostenere le fisiologiche difese dell’organismo in caso di allergie e nel favorire i normali meccanismi di detossificazione del fegato.
La terapia contro la leucemia linfocitica cronica può
essere migliorata dall'utilizzo di questo antiossidante naturale, in grado di
potenziare l'efficacia dei farmaci. Lo dimostra uno studio dell'Isa-Cnr
pubblicato dal British Journal of Cancer. Questa forma leucemica è la più
frequente negli adulti e spesso risulta resistente ai chemioterapici.
Il resveratrolo appartiene alla famiglia di composti
polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e
semi oleosi (arachide) e in particolari piante. Per esempio, nella medicina
tradizionale asiatica si utilizza la pianta Polygonum cuspidatum,
particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al
fegato. Nell’uva è contenuto solo nella buccia, mentre il contenuto nel vino
dipende dalla pianta della vite, dalla locazione geografica di coltivazione e
dal tempo di fermentazione. Come conseguenza, il contenuto di resveratrolo
dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o
rosato. Le sue attività biologiche sono diverse. Come molecola
antinvecchiamento, il resveratrolo è attivo contro alcuni radicali liberi e
impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL.
Sapevate che anche le foglie di vite si possono mangiare beneficiando così di altre proprietà? Sono infatti ricche di antociani, vitamina A, E, C, K, magnesio e tannini, dalle proprietà vasoattive e vaso protettive, quindi importanti per l’azione anche a livello della retina. Le foglie di vite ripiene con riso, spezie o carne sono un piatto tipico della cucina araba ma anche di alcuni paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo, quali Grecia e Turchia. Le dolmadakia* sono infatti un antipasto, forse per noi il più conosciuto, della tradizione culinaria greca.
Sapevate che anche le foglie di vite si possono mangiare beneficiando così di altre proprietà? Sono infatti ricche di antociani, vitamina A, E, C, K, magnesio e tannini, dalle proprietà vasoattive e vaso protettive, quindi importanti per l’azione anche a livello della retina. Le foglie di vite ripiene con riso, spezie o carne sono un piatto tipico della cucina araba ma anche di alcuni paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo, quali Grecia e Turchia. Le dolmadakia* sono infatti un antipasto, forse per noi il più conosciuto, della tradizione culinaria greca.
QUI e QUI potrete trovare due ricette per i Dolmadakia.
Un tempo la linfa di vite, che trasuda dalla vigna dopo la potatura in primavera, veniva utilizzata per lavaggi agli occhi utili in caso di blefarite, orzaiolo, congiuntivite e cheratite. In effetti, recenti ricerche hanno confermato le proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie ed astringenti, già note alla tradizione popolare. La linfa di vite contiene inoltre la viniferina, un potente antiossidante, usato in campo cosmetico per ridurre le macchie cutanee e aumentare la luminosità della pelle.
Un tempo la linfa di vite, che trasuda dalla vigna dopo la potatura in primavera, veniva utilizzata per lavaggi agli occhi utili in caso di blefarite, orzaiolo, congiuntivite e cheratite. In effetti, recenti ricerche hanno confermato le proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie ed astringenti, già note alla tradizione popolare. La linfa di vite contiene inoltre la viniferina, un potente antiossidante, usato in campo cosmetico per ridurre le macchie cutanee e aumentare la luminosità della pelle.
I semi degli acini sono utilizzati come fonte di olio (olio
di vinaccioli) che contiene circa l'11% di acidi grassi saturi, soprattutto
acido palmitico, circa il 16% di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico), e
circa il 73% di acidi grassi polinsaturi (acido linoleico). Viene largamente
impiegato in ambito cosmetico per le proprietà antiossidanti, ma anche astringenti,
rassodanti e stimolanti sulla microcircolazione capillare. Insieme all'olio di
cartamo è quello che ha maggior contenuto in acidi grassi polinsaturi e
possiede azione lassativa ed ipocolesterolemizzante, dovuto alla presenza degli
acidi grassi omega-6.
Attenzione, però, l’olio di vinaccioli, così come la maggior
parte degli oli vegetali (escludendo l’olio extravergine di oliva) può essere
estratto per spremitura a freddo, ma visto i costi piuttosto elevati dovuti
alle basse rese, viene prodotto principalmente per estrazione con solvente. Nonostante
sia ricco di composti antiossidanti di natura fenolica, anch'essi amici della
nostra salute, l'olio di vinaccioli ottenuto per spremitura si altera con il
calore ed andrebbe utilizzato preferibilmente crudo. Per evitare l'irrancidimento
precoce è necessario conservarlo in luogo fresco, al riparo dalla luce e da
fonti di calore. In commercio, si ritrovano comunque oli di vinaccioli
raffinati con punto di fumo estremamente elevato, caratteristica che li rende
adatti anche per piatti a lunga cottura. Purtroppo, se da un lato eleva la
resistenza alle alte temperature, dall'altro la raffinazione riduce la quantità
di sostanze antiossidanti presenti nell'alimento.
Gli acidi grassi monoiinsaturi, ed in particolare l'acido
oleico, che è il principale componente dell'olio d'oliva, usati in sostituzione
dei grassi saturi, riducono il colesterolo totale e la frazione LDL senza
interferire con i livelli di HDL. Gli acidi grassi poliinsaturi della serie
omega-3 (soprattutto EPA e il DHA), particolarmente rappresentati negli olii di
pesce e di altri animali marini, hanno un significativo effetto
ipotrigliceridemizzante ed un più blando effetto ipocolesterolemizzante,
prevalente a carico della frazione VLDL. Gli acidi grassi poliinsaturi della
serie omega-6 (di cui il più noto è l'acido linoleico) hanno un rilevante
effetto ipocolesterolemizzante; per ogni 1% delle calorie totali della dieta
fornite dall'acido linoleico in sostituzione dei grassi saturi, la
colesterolemia si abbassa di circa 5 mg/dl. Elevati quantitativi di acidi
poliinsaturi possono però ridurre il colesterolo HDL e aumentare l'indice
litogeno della bile almeno in alcuni soggetti. La ricchezza di antiossidanti
dell’olio di vinaccioli (soprattutto polifenoli, in seconda misura Vitamina E)
contribuisce ad esaltarne le proprietà protettive sulla salute del sistema
cardiovascolare, a patto, però, che venga consumato a piccole dosi (da 1 a 3
cucchiai al giorno da solo o come condimento), sia per evitare di assumere
troppe calorie (il conseguente sovrappeso ne annullerebbe tutte le virtù), sia
per non eccedere con l'apporto di omega-sei (che, quando non adeguatamente
compensati da una dieta ricca di pesce o altre fonti di omega-3, favoriscono la
produzione di eicosanoidi cattivi).
La mia scelta nell’alimentazione quotidiana, proprio per le
caratteristiche ideali di composizione degli acidi grassi, rimane e sempre e
comunque l’olio extravergine di oliva!
Una curiosità: l'essere umano non è l'unico ad aver scoperto che i cicchi d’uva in fase di marcescenza fermentano e diventano
ricchi di alcol; si sono riscontrati diversi casi di
animali, ad esempio gli elefanti, che vanno alla ricerca intenzionalmente delle
proprietà inebrianti dei frutti caduti a terra e in fermentazione.
Bibliografia
Quercetin induced
apoptosis in association with death receptors and fludarabine in cells isolated
from chronic lymphocytic leukaemia patients. M Russo, C Spagnuolo, S Volpe, A
Mupo, I Tedesco, GL Russo Br J Cancer advance online publication, July 20, 2010.
Le indicazioni contenute in questo sito non devono in
alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e
paziente.
E' pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.
E' pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.
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