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giovedì 22 agosto 2013

REALTÀ VIRTUALE AUMENTATA AL NOSTRO SERVIZIO


Sempre restando in tema di Hi TECH, ecco a voi un altro di quei gingilli che prima la fantasia, ed ora la tecnologia, potrebbero fare la differenza nelle nostre vite e visioni quotidiane.
Sto parlando sempre di occhiali e dintorni, ma questi sono davvero particolari.





Si tratta dei Google Glasses, ovvero di un paio di occhiali creati da Google per rendere interattiva ai massimi livelli l'integrazione della vita quotidiana con la virtualità aumentata del mondo tecnologico.
Una semplice e piuttosto classica montatura permette di avere sempre posizionato sulla periferia della retina un micro display trasparente, che permette di avere in sovrimpressione un monitor con tante funzioni.




Ora, questi occhiali sono stati progettati per la multimedialità del web e dei servizi ad esso connessi.
Ma provate a ripensarli programmati sulle necessità di un ipovedente. Potrebbe come minimo essere impiegato come navigatore per muoversi in tutta sicurezza, dato che potrebbe anche avere un dispositivo di prossimità che riveli la presenza di ostacoli. Usate l'immaginazione e vedrete quanto potrebbe esserci utile.

1 commento:

  1. La tecnologia è probabilmente la massima espressione dello sviluppo ed evoluzione dell'uomo. E' l'evidenza che la scintilla del genio non ci manca e che quando essa è impiegata per il bene produce risultati che aumentano il benessere di tutta la collettività. Credo sia d'altra parte responsabilità di tutta la succitata collettività che beneficia di queste migliorie vigilare a che esse rimangano al servizio di tutti e non soffrano di devianti impulsi monopolistici e speculativi di chi ha più "mezzi" degli altri e potrebbe modificare lo spirito e la finalità che hanno portato alla creazione di queste nuove risorse.
    Discorso oscuro? Si, un po'. Mi spiego o almeno ci provo. Gli occhiali di google hanno potenzialità enormi e non solo, per quanto importantissime, nel coadiuvare la quotidianità di chi è ipovedente. Ben vengano pertanto queste innovazioni, ma di esse dobbiamo diventare tutti non solo fruitori passivi ma anche controllori attivi, a che tali risorse non rivelino all'improvviso un lato assai meno nobile e ancor meno gradito. Specialmente gli strumenti "social" proprio perché per natura possono fondarsi su un database pressoché totale vanno tenuti in debita attenzione e non da un'autorità garante ma dagli stessi autori che implementano e danno vita allo stesso database: noi.
    Il mio può sembrare un discorso diffidente verso il nuovo che avanza, ma assicuro che non è così. L'interscambio che internet sta permettendo in questi anni garantirà, a mio avviso, il futuro della ricerca e dell'innovazione. V'immaginate se gruppi di ricerca di diverse parti del mondo che a tutt'oggi studiano un fenomeno in maniera separata e attingendo informazione con i classici strumenti, si mettessero a collaborare direttamente mettendosi in contatto e scambiandosi informazioni direttamente senza aspettare la pubblicazione di un articolo da parte di un gruppo che sta trattando lo stesso argomento? Ci sarebbe un'accelerazione esponenziale nel mondo della ricerca. Quindi sono tutt'altro che contrario. Ma proprio per quanto benessere tale tecnologia può portare bisogna stare attenti alle devianze possibili da questi binari a che non arrivi poi la famosa autorità garante a bloccare tutto. Ecco.
    Non so se mi sono capito...

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