Sembra così scontato.
Abbiamo a che fare con patologie degenerative progressive, per le quali non esistono generalmente terapie risolutive. Allora che senso ha sottoporsi periodicamente a visite per tenere sotto controllo la patologia? Tanto, se non esistono cure...
I motivi sono tanti e spesso sfuggono alla nostra attenzione.
E' fondamentale monitorare i nostri occhi, le nostre retine, il nostro apparato visivo e non solo. La Stargardt, ma anche le altre degenerazioni, non hanno un iter comune ed esattamente prevedibile. Durante il loro decorso degenerativo possono comparire altri disturbi più o meno gravi che possono potenzialmente peggiorare di molto le cose.
Un esempio: un edema o una piccola emorragia. Magari non ci facciamo caso se un bel mattino abbiamo una macchietta nuova nel nostro campo visivo, visto che non è una gran novità. E così noi tiriamo dritto, e magari passano due anni senza che l'oculista ci controlli. Nel frattempo un evento acuto risolvibile ambulatorialmente cronicizza, causando ulteriori danni alla nostra già disastrata retina. Quando torniamo dallo specialista (perchè comunque prima o poi sentiamo il bisogno di farci vedere) ecco che ci scopre una lesione cicatriziale o una zona danneggiata nella retina, che oramai non può essere recuperata.
Morale della storia: ci vediamo sicuramente peggio di quello che non sarebbe stato se fosse stato possibile scoprire e trattare la piccola emorragia o l'edema maculare che abbiamo ignorato.
E se invece di un edema fosse iniziata una neovascolarizzazione? Intervenendo per tempo con adeguati trattamenti si possono sistemare molte cose che, se cronicizzano, compromettono quel po' di visus che ci rimane.... e scusatemi tanto, ma io al mio scartino di visus ci tengo parecchio!
Ma siamo esseri umani, e lo sappiamo tutti quanto è difficle digerire la notizia di esser affetti da una distrofia retinica o una degenerazione in genere. Normalmente dopo la scoperta segue la fase di depressione e quella di rifiuto, in cui non ne vogliamo sentire mezza di storie e di follow up: ne abbiamo passate così tante, prima di arrivare alla nostra diagnosi, che per un po' non vogliamo sentire o vedere nessun camice bianco.
Lecito e comprensibile. Ma a questa fase deve seguire l'accettazione della nostra condizione, a cui dobbiamo affinacare una forte dose di positività, perchè abbiamo solo da perderci buttandoci giù di morale e lasciando terreno alla depressione e alla sconfitta.
Non ci siamo cercati questa situazione, lo sappiamo bene. Ma, visto che non abbiamo scelta, facciamo quanto è in nostro potere per non regalare un decorso facile a queste dannate patologie degenerative.
C'è solo da perderci a lasciar loro campo libero.
(A breve pubblicherò alcuni casi clinici documentati, per rendere ancora più chiara la questione)
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