PERCHÈ, PRIMA O POI, UNA CURA LA TROVANO... MA NEL FRATTEMPO DIAMOCI UNA MANO PER NON PERDERCI NELLA NOTTE

giovedì 22 settembre 2011

DI NECESSITÀ VIRTU' - parte 1bis

Infine mi sono deciso e l'ho acquistata.
Presa sul web, su un sito tedesco, mi è costata circa 200€ meno che in Italia.




Lunedì scorso l'esperimento: sono andato al lavoro alternando bici + treno!
Ed è andata davvero liscia (tranne per il caldo che picchiava duro), senza dover fare una levataccia.
Esco di casa alle 7:30, con il treno che  parte alle 7:45 ed arriva a Faenza alle 8:15; dopo 5 km di pedalata son al lavoro alle 8:35, per cui mi resta anche il tempo per un caffè! Fico!
Son perfino arrivato prima io che il simpatico bus della linea 2, quella famosa che il comune di Faenza non ha avuto modo di posticipare (qui i dettagli).

Il bello di aver lasciato l'auto a casa è, oltre alla sostenibilità del tipo di trasporto e al minore rischio al volante, il grande risparmio: andata e ritorno son 7.20€ di treno mentre con l'auto son non meno di 33€ al giorno, più l'impatto ambientale e il rischio sulla strada!


Insomma, l'esperimento è andatao benissimo per cui appena sarò sistemato anche con gli orari lavorativi (coincidenza con i treni per arrivare e tornare) lascerò definitivamente l'auto in garage.

Cosa aggiungere?

ALLA FACCIA DEI COMUNI POCO SOSTENIBILI!


ALLA FACCIA DELLE AZIENDE DI TRASPORTO PUBBLICO


MA SOPRATTUTTO... 


ALLA FACCIA DELLA STARGARDT!



Di necessità... virtù!

14 commenti:

  1. Hai fatto un garn lavoro vecchio a comprarti il ciclozzo. E' che lavoro lontano da casa, ma sennò sarebbe la risposto al 90% dei problemi cittadini di inquinamento, sicurezza stradale e... impersonalità. Si, perché chiusi dentro alle macchine è come se fossimo soli in mezzo agli altri. C'è una ricerca inglese (mi pare) che spiega il perché in macchina sia così facile litigare e si diventa aggressivi nella guida per farsi spaizo tra gli altri autoveicoli. Secondo la ricerca, è perché viene a meno una parte fondamentale della comunicazione umana, ovvero tutta quella appartente alla sfera del non-verbale.
    Il fatto è che noi siamo biologicamente più e meglio programmati per analizzare la comunicazione non verbale (che è un codice ancestrale che abbiamo in comune, paro paro, alle scimmie), piuttosto che che per fare i conti con la comunicazione verbale (che è invece un codice filogeneticamente molto recente). Se un cinese è incazzato, capisci che gli gira male anche non intendi una sola parola di quello che dice.
    In macchina si vede solo una piccola parte del nostro corpo e, molto spesso, poiché siamo concentrati sul traffico, non guardiamo neanche quella, perché non possiamo distrarci. Così uno ci passa vicino rombando e stringendoci un po' e non sappiamo se l'ha fatto perché ha una fretta indiavolata, se magari ha addirittura un'emergenza, o se è perché è uno stronzo patentato.
    Ancora una volta, la propensione umana ad automatizzare tutto, velocizzarlo, renderlo "efficiente", ha fatto sicuramente più danni che altro, autisticizzando (ho azzardato un neologismo spaventoso, lo so) le persone che si spostano in mezzo ai loro simili.
    E al di la di ciò, le auto costano un accidente, consumano un accidente, inquinano un accidente e dovrebbero servire solo per i lunghi spostamenti. Insomma, lo ribadisco, hai fatto strabene.

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  2. Spettacolo st'analisi del linguaggio e comunicazione umana! Nei fatti spiega molti comportamenti che mi riguardano e non afferro: mi chiedo infatti come mai spesso mi strainkazzo con chiunque mentre sono al volante, sebbene pochi istanti dopo essermi arrabbiato mi chiedo effettivamente se il mio antagonista non avesse agito così per emergenza piuttosto che stronzaggine! Che bel mondo ci siamo costruiti, oh! Alla faccia del benessere dato dal progresso..... Comunque dai, vediamo come procede con la bici: per ora l'ostacolo grosso è coniugare i pochi treni presenti nella tratta che mi interessa con gli orari dei turni in farma. Ma a occhio è cosa facilmente risolvibile, anche perchè ho dei colleghi squisiti che da subito si son dimostrati pronti a trovare una soluzione!!! Fortuna che ad avere umanità siamo ancora in tanti!!!

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  3. Cavolo, per fortuna sul serio!
    Non è poco avere vicino, al lavoro, persone che, come giustamente dici tu, hanno un buona dose di umanità e altruismo.
    Anzi, che hanno quella che dovrebbe essere la normale dotazione di umanità e altruismo che dovrebbero avere TUTTE le persone. Ma il condizionale è quanto mai d'obbligo.
    Le persone sono richiuse sempre più all'interno del loro guscio e ripiegate sulle loro più strette esigenze, avitando accuratamente di occuparsi di ciò che sta al di fuori di questo guscio. Persino nei rapporti di coppia, se ci pensi, capita che ognuno dei due parters si concentri sulla sua sfera personale tagliando fuori l'altro quasi fosse un impiccio, e la cosa buffa è che questa formula tutto sommato funziona, perché entrambi agiscono allo stesso modo e sono ben contenti di essere tagliati fuori dai cazzi/scazzi dell'altro. Ma è chiaro che è un gigante dai piedi d'argilla, perché tanto arriva il momento in cui uno ha bisogno dell'altro e quando succede si trova di fronte l'estraneo.

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  4. Sapessi quanti ne vedo e ne conosco così... Lo trovo così inutilmente ingiusto. Alle volte mi sembra che le persone stiano insieme solo perchè devono e quando parlano dei loro partner si riferiscono a loro con un tale fastidio che davvero sembra che siano la loropeggiore maledizione! Dovessi stare con una persona la cui presenza mi secca e mi fa pesare ogni singolo minuto condiviso mi sentirei un idiota patentato! Pensare che sto facendo di tutto per trovare il modo di giungere all'opposto, per poter avere il maggior numero di ore condivise con la mia compagna ogni giorno...

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  5. Eggià... ma la società del resto incoraggia a mettere la famiglia (e quindi in primis la propria compagna/il proprio compagno) in secondo piano. Del resto, non è una novità che per le aziende gli impegni familiari dei dipendenti siano una enorme seccatura, e quando uno chiede un permesso per esigenze familiari, viene subito etichettato come "un che un' ha voja ad fe nient".
    Vengono invece ammirate quelle persone che si sono sacrificate per il lavoro, mettendo in secondo piano tutto il resto, come se avessero portato a termine una missione intrapresa.
    Certo non è solo colpa delle società, anche se un po' si. Ma è colpa anche delle aziende che si sottomettono a questa visione e a quei singoli dipendenti che non percepiscono come un proprio diritto il voler avere una vita familiare, oltre che lavorativa.
    Certo non è colpa solo delle aziende, perché da una parta la società e il mercato le spinge a ragionare in questi termini, e del resto i lavoratori che sono disposti a sottomettersi si trovano e loro, da bravi imprenditori, ne approfittano.
    Certo, non è solo colpa dei dipendenti che accettano le condizioni imposte, proprio perché gli vengono spesso imposte come conditio sine qua non per poter lavorare e portare a casa uno stipendio onde sfamare i figli, ma del resto è la stessa società che ti circonda che veicola questo messaggio trasversalmente e radicalmente (non è un caso che vengono spesso citati come esempio da imitare paesi come il Giappone dove il lavoro è tutto e il resto non conta).
    Allora di chi è la colpa?
    Il fatto è che non è colpa di nessuno, perché non si può proprio parlare di colpa. E' debolezza, secondo me. Si, debolezza. Il mondo, la società, le famiglie, l'individuo, sono entità deboli, perché costruite su fondamenta deboli. Le fondamenta delle società umane sono costituite dai valori di riferimento, e il se il valore di riferimento più importante diventa solo ed esclusivamente la produttività, la competitività economica, in una parola sola, il soldo, ecco che tutta la struttura è destinata a barcollare, perché il soldo è, per definizione, solo una convenzione stipulata idealmente con un valore nominale e non reale. Come può una cosa così volubile ed insicura, essere il mattone su cui su regge il mondo reale?

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  6. Infatti le fondamenta hanno infine ceduto, e tutto ora vacilla!
    Il problema sarà l'entità del botto che questo mondo farà cadendo...

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  7. E' un bel palloccone, penso che farà un botto direttamente proporzionale.
    Certo, se prima non ci si schianta addosso un pezzo del satellitone NASA.
    E' un uccello? E' un aereo? No, è un satellite della NASA che effettua un normale rientro. Del resto che ce ne facciamo del Piemonte e del Trentino?

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  8. Non c'entra una cippa col discorso che stavamo facendo, lo so. Ma per dire cos'è la società moderna che ci è tanto cara... leggiti questo:
    http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/09/23/news/quel_ragazzo_ammanettato_e_pestato_a_sangue_lettrice_denuncia_la_violenza_di_un_vigile_urbano-22104523/?ref=HRER1-1

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  9. Per il satellite hanno rassicurato che i pezzi più piccoli saranno dell'ordine di 650gr....è quelli più grossi?!
    In merito al link...non ho parole, ma è la comprova di quanto si diceva sull'uomo e questa società! Brutta roba, davvero!!!!

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  10. Ciao donuzzo , e' un po' che seguo il tuo blog avendo scoperto da circa sei mesi che avro' la stargardt , come la sfortunata sorella mia...volevo chiederti che lavoro riesci a fare con questa patologia...il mio principale pensiero avendo 2 figli e nn poter piu lavorare per mantenerli mi uccide.

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  11. Ma come vedi ora? Quanto visus residuo hai? E, soprattutto, quanti anni hai? Io pensavo di pubblicare un post proprio dedicato al lavoro....se riesco la faccio nel pomeriggio!

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