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mercoledì 18 luglio 2012

CELLULE RETINICHE DA STAMINALI PLURIPOTETNTI OTTENUTE DA SANGUE UMANO

Un recentissimo studio pubblicato su Investigative Ophthalmology & Visual Science dimostra che la fantascienza sta diventandorealtà!

Pubblico un post riassuntivo pubblicato dal Dr Siravo su forum salute.

Retina da staminali, importanti passi in avanti

Per la prima volta sono state ottenute in laboratorio strutture tissutali retiniche contenenti cellule progenitrici proliferanti dei tessuti neurali retinici da cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) ricavate da sangue umano. Il rivoluzionario annuncio arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Investigative Ophthalmology & Visual Science .

I ricercatori dell’University of Wisconsin-Madison coordinati da David M. Gamm hanno isolato da campioni di sangue umano dei linfociti T riprogrammandoli mediante trasduzione retrovirale per ottenere cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) successivamente differenziate in cellule oculari, isolate e coltivate durante i vari step della retinogenesi. Non solo è stato possibile ottenere cellule retiniche da un semplice prelievo di sangue, ma tali cellule si sono rivelate in grado di organizzarsi in strati dando luogo a rudimentali strutture tissutali come accade in vivo: inoltre ogni cellula è risultata dotata di tutte le strutture funzionali necessarie alla percezione e alla conduzione dell’impulso visivo, esprimendo i marker che indicano la presenza di sinapsi chimiche ed elettriche.
Le possibili applicazioni di questa scoperta vanno dall’utilizzo di questi tessuti ottenuti in laboratorio per i test su nuovi farmaci allo studio dei meccanismi cellulari delle patologie degenerative della retina, fino alla prospettiva elettrizzante di poter in un futuro non troppo lontano rimpiazzare strati di tessuto retinico nei pazienti che hanno subito danni di vario genere alla retina. “Non sappiamo quanto lontano ci porterà la tecnologia che abbiamo messo a punto”, spiega Gamm, “ma il fatto che si sia riusciti a costruire una retina rudimentale da un semplice campione di sangue del paziente è incoraggiante, non solo perché conferma la bontà del lavoro del nostro team negli ultimi anni, ma anche perché il sangue è una fonte di staminali comodissima e a basso costo”.

Ovviamente l'articolo orginiale è scaricabile solo a pagamento o con abbonamento, ma riporto qui sotto l'abstract disponibile su PubMed.com.


Blood-derived human iPS cells generate optic vesicle-like structures with the capacity to form retinal laminae and develop synapses.(Philips MJ, Gamm DM et al)


Waisman Center, University of Wisconsin-Madison, Madison, Wisconsin, USA.

PURPOSE:

We sought to determine if human induced pluripotent stem cells (iPSCs) derived from blood could produce optic vesicle-like structures (OVs) with the capacity to stratify and express markers of intercellular communication.

METHODS:

Activated T-lymphocytes from a routine peripheral blood sample were reprogrammed by retroviral transduction to iPSCs. The T-lymphocyte-derived iPSCs (TiPSCs) were characterized for pluripotency and differentiated to OVs using our previously published protocol. TiPSC-OVs were then manually isolated, pooled, and cultured en masse to more mature stages of retinogenesis. Throughout this stepwise differentiation process, changes in anterior neural, retinal, and synaptic marker expression were monitored by PCR, immunocytochemistry, and/or flow cytometry.

RESULTS:

TiPSCs generated abundant OVs, which contained a near homogeneous population of proliferating neuroretinal progenitor cells (NRPCs). These NRPCs differentiated into multiple neuroretinal cell types, similar to OV cultures from human embryonic stem cells and fibroblast-derived iPSCs. In addition, portions of some TiPSC-OVs maintained their distinctive neuroepithelial appearance and spontaneously formed primitive laminae, reminiscent of the developing retina. Retinal progeny from TiPSC-OV cultures expressed numerous genes and proteins critical for synaptogenesis and gap junction formation, concomitant with the emergence of glia and the upregulation of thrombospondins in culture.

CONCLUSIONS:

We demonstrate for the first time that human blood-derived iPSCs can generate retinal cell types, providing a highly convenient donor cell source for iPSC-based retinal studies. We also show that cultured TiPSC-OVs have the capacity to self-assemble into rudimentary neuroretinal structures and express markers indicative of chemical and electrical synapses.


5 commenti:

  1. Questa è una grandissima notizia!
    Riuscire ad ottenere cellule pluripotenziali dal sangue umano equivale ad aprire ad un mondo nuovo e immenso, e sopratutto a bassissimo costo e disponibile praticamente all'infinito.
    Caspita che risultati!

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  2. E' un inizio molto promettente, non c'è dubbio. Speriamo che al fumo segua anche tanto arrosto ora!

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  3. approfitto di questo spazio per fare una domanda all'amico Morè,conosci dei gruppi di ricerca o università in Italia che si occupano di optogenetica la nuova frontiera di ricerche sulle neuroscienze. C'è il ricercatore Richard Kramer dell'università di Berkley che sta conducendo delle prove con una molecola sintetica che si chiama AAQ, introdotta nell'occhio di topi, con tutti i fotorecettori mancanti ,fa in modo che le cellule gangliari colpite dalla luce trasmettino l'impulso elettrico al nervo ottico,una molecola capace di fare da interrutore della luce,pare che riesca ad aprire canali del potassio nelle membrane cellulari colpite dall'impulso luminoso senza la trasduzione da parte dei fotorecettori.Sono ricerche nuovissime,mi piacerebbe sapere se anche in Italia si possono portare avanti.

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  4. metto il link sul dottor Kramerho usato il traduttore di google.
    http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://neuroscience.berkeley.edu/users/users_profile.php%3Fid%3D20&prev=/search%3Fq%3Drichard%2Bkramer%2Bberkeley%26hl%3Dit%26biw%3D1112%26bih%3D641%26prmd%3Dimvnso&sa=X&ei=3HYrUI2bD5HVsgbP74CQBA&sqi=2&ved=0CF0Q7gEwAw

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  5. Ciao Maddy, scusa il ritardo con cui ti rispondo.
    Premetto una cosa... è da diversi anni che non sono più in stretto contatto con il mondo della ricerca neuroscientifica e quindi non sono molto aggiornato sulle novità. Oltretutto per buona parte del periodo in cui ho "lavorato" (trattavasi quasi più di volontariato :-D) in questo campo, mi occupavo di un metodo di riabilitazione per un deficit di attenzione selettiva, quindi ero pressoché totalmente immerso in quella sola branca di studio, come spesso accade a chi fa ricerca.
    Tuttavia il metodo che hai riportato e di cui hai parlato con molta chiarezza, mostra una tecnica certamente innovativa e, all'apparenza (ma prendi questa come una opinione di chi appunto ormai dalla ricerca è un po' lontano), promettente per ulteriori sviluppi futuri.
    Penso che anche in Italia, potenzialmente, potrebbero essere portate avanti ricerche di questo tipo, ma per dirlo con sicurezza ci vorrebbe qualcuno di più vicino alla ricerca in campo medico più stretto (neurologo o neurofisiologo). Io sono laureato in Neuropsicologia e pur essendomi certamente occupato di Neuroscienze, non mi sento in grado di parlare con la necessaria conoscenza di ricerche così vicine alle fisiologia e alla biochimica. Ci fosse qualcuno che legge queste pagine che invece ne sapesse, piacerebbe anche a me conoscere la sua opinione.

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