PERCHÈ, PRIMA O POI, UNA CURA LA TROVANO... MA NEL FRATTEMPO DIAMOCI UNA MANO PER NON PERDERCI NELLA NOTTE

giovedì 29 ottobre 2015

Essere padre e avere la Stargardt: la mia storia


Pensieri di un padre con la Stargardt.

Avere a che fare con una malattia genetica ti mette di fronte a una grande responsabilità. Sai che è ereditaria per cui, come tu l’hai ricevuta, così la potrai trasmettere. Questo pensiero ha rappresentato uno dei più grandi dilemmi a cui ho dovuto far fronte, dal giorno in cui ho ricevuto la conferma genetica della mia compagna di sventura, la Stargardt.

La reazione iniziale è stata, come è piuttosto facile attendersi, un rifiuto categorico. “La mia mutazione si fermerà qui, con me”, furono le parole che pronunciai solennemente il primo istante in cui pensai a una futura famiglia.
Ero assolutamente determinato a fare l’unica cosa che credevo al momento utile per combattere la malattia. Fermarla, per me, si traduceva nella pratica in non avere progenie. Il pensiero di come avrei fatto a fare le cose che normalmente fa un padre mi lasciava senza respiro. Leggere una favoletta al proprio bimbo per farlo addormentare: cosa c’è di più impossibile per un ipovedente? Leggere un libro a caratteri piccoli, con la fioca luce di una abajour, rappresenta un grande problema quando hai una malattia che ti rende la visione, crepuscolare e dettagliata, una vera e propria impresa. Non poter guidare più l’automobile, non poter quindi accompagnare il proprio pargolo a scuola, in palestra, a una festa, era un pensiero che generava dolore nel mio animo arrabbiato. E nell’ipotesi di una potenziale e concreta trasmissione della Stargardt? No, perché mai avrei dovuto generare infelicità?

Questa decisione, però, produceva di per se infelicità. Non avevo pace. Sentivo che qualcosa non tornava nell’equazione della mia esistenza. Col passare dei mesi, però, iniziai timidamente a prendere le misure con la Sindrome di Stargardt. Mi resi ben presto conto che Il mio nemico, a conti fatti, non era in realtà la malattia, quanto piuttosto l’approccio che avevo avuto io con lei. E così, un giorno distante un paio di anni dalla diagnosi ufficiale, mi ritrovai a guardare uno splendido tramonto, con a fianco la persona con cui condivido la mia esistenza. Una donna coraggiosa, fiera, che ha scelto di combattere tutte le battaglie della vita al mio fianco.

Guardavo lei, con il volto illuminato dal sole che si stava congedando in quell’istante, dopo una giornata di calura intensa. Era il solstizio d’estate del 2011. Risalendo dal crinale su cui eravamo sdraiati, una folata di vento fresco mi prese letteralmente a schiaffi in faccia. Finalmente desto dal torpore in cui ero, volontariamente, piombato dopo aver saputo di avere una malattia rara come la Stargardt, mi sono guardato intorno. E ho visto quanto di prezioso avevo nella mia vita.

Ero sdraiato a ridosso di un calanco meraviglioso, con una vista mozza fiato sul tramonto più attardato dell’anno. Avevo a fianco una persona preziosa, decisa fino in fondo a lottare per la bellezza della vita stessa. Perché mai, allora, proprio io avrei dovuto rinunciare alla felicità, a soli 34 anni? Avere un figlio, una famiglia, era un sogno che serbavo in cuore sin da quando ero, a mia volta, bambino. E il vento, quel giorno d’inizio estate, mi ha gridato “Basta! Devi essere contento!”.

Così, con un soffio, la mia compagna di sventura si è trasformata in una semplicissima compagna di ventura. Sembra un gioco di parole, ma quando si inizia a vedere il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che vuoto, la misura cambia. Ti rendi conto che non è la malattia a limitarti nelle scelte, ma sei solo tu a piantare a terra i paletti che ti fanno da guida per sentieri strettissimi, che hai voluto ma che non ti meriti.

Non ci sono colpe e peccati da espiare, nessuno è responsabile di quanto accade in queste circostanze. Hai solo un’unica possibilità, dal giorno in cui vieni al mondo: fare di tutto per non sciupare un solo respiro, un solo istante fino alla fine del tuo tempo. Ed io, dal momento in cui avevo ricevuto la mappatura del mio gene difettoso, avevo gettato volontariamente via quasi 2 anni di respiri.

Giorno dopo giorno, il cambio di approccio alla malattia prese così a cambiare forma. Penna alla mano ho iniziato ad elencare le cose che avrei sempre voluto fare nella mia vita. Sogni, anche strampalati alle volte, come quello di attraversare a piedi l’Italia da costa a costa, sono finiti nero su bianco in un interminabile elenco. Mi sono tornate in mente tante cose che da bambino e da ragazzo mi ero ripromesso che avrei, un giorno, sicuramente fatto. Bene, quel giorno era arrivato. Era ora di tornare a vivere la vita con gli occhi sognanti di un fanciullo, senza i condizionamenti e la malizia che caratterizza i cosiddetti “adulti”.

Stralciati via i sogni più assurdi, tipo quello di conquistare Bologna per creare una società di rockettari in cui la musica avrebbe rappresentato la sola ragione di vita, ho iniziato a pianificare la mia esistenza in funzione della nuova chiave di lettura.

Parola d’ordine: DECRESCITA.


Stabilii quasi subito un ordine delle priorità fondamentali per la mia vita. Sempre con carta e penna, buttai giù poche righe in cui elencavo ciò che ritenevo davvero indispensabile per essere contento, e ciò che invece poteva essere considerato superfluo. Siamo pesantemente circondati da stimoli fuorvianti. L’intorno ci condiziona più di quanto lucidamente crediamo, e non fu un lavoro semplice. MA una dopo l’altra, iniziai a individuare quella che al tempo ritenevo roba superflua e che, ora, considero categoricamente zavorra esistenziale. Tanti oggetti, tante abitudini, tante amicizie che ritenevo tali ma che in verità erano solo conoscenze, d’un tratto apparvero un ostacolo tra me e la contentezza. Miravo alla semplicità esistenziale.
Un giorno la mia compagna mi chiese: “e se dovessi fuggire ora, su due piedi, e potessi portare via solo quello che le tue braccia possono trasportare… cosa prenderesti con te?” Quella domanda fu illuminante, perché mi diede modo di capire davvero chi ero e cosa volevo per il mio domani.

“Voglio portare con me solo i miei ricordi, tenendo per mano le persone che amo”. E così, in modo piuttosto spontaneo, molto di quello che era il mio quotidiano assunse un nuovo significato.

Mi resi conto di quanto fosse prezioso il tempo che abbiamo a disposizione per noi e per gli altri. Decisi di cercare un lavoro part time, e in breve si presentò un’opportunità che colsi al volo. Ora faccio il farmacista con un part time di 25 ore settimanali, lavoro a due km da casa e per raggiungere la mia farmacia uso la bicicletta. Prima arrivavo a macinare un centinaio di km al giorno, e il problema della guida faceva a pugni con la situazione in cui versa la mia vista.
Lavorare vicino a casa vuol dire non aver più bisogno di avere due auto in famiglia, e questo si traduce in una minore necessità di denaro che, a sua volta, significa che non serve più lavorare tante ore. Il part time quindi si confermò come scelta felice e sostenibile, con buona pace dei miei occhi, dei timori legati alla necessità di spostarmi in auto e della montagna di tempo che lavoro e spostamenti normalmente esigono.

E il tempo libero, ora riconquistato, iniziò a lasciarmi il respiro per mettere nuovamente mano a sogni e progetti. Una vita più semplice, più centrata sugli affetti, sui veri bisogni dell’anima, sostenibile e in equilibrio con l’intorno in cui viviamo. Ora avevo il tempo di dedicarmici.

La Paternità.

Uno dei primi progetti messi in cantiere fu quello di mettere su famiglia. Non prima di una consulenza genetica, però . Va bene ragionare con il cuore, ma un po’ di consapevolezza è importante. Non dà nessun vantaggio fare come gli struzzi, per cui io e la mia compagna decidemmo di indagare sulle possibilità di trasmissione della Stargardt alla nostra futura prole. Fissato l’appuntamento per la consulenza col servizio di Genetica del Careggi di Firenze, lei si sottopose al prelievo ematico per l’indagine molecolare sul gene ABCR.

Meno di quattro settimane e ricevemmo l’esito. Le mutazioni ricercate erano assenti dal suo DNA.


E questo, non posso negarlo, tolse una grossa pietra dal mio cuore.
In cosa culminò tutto questo?

Il risultato lo potete vedere qui sotto coni vostri
occhi.


E io avrei dovuto rinunciare a tutta questa
gioia, per colpa di un paio di mutazioni geniche?

No, no davvero.
 
Con una valanga di felicità nel cuore ho affrontato ogni giorno da che mio figlio è venuto al mondo.
Il motore di tutta la fiducia che nutro nei confronti della vita lo devo a lui e alla mia compagna, sua madre, che non ha mai dubitato nella bellezza dell’esistenza. Non è tutto sempre facile, non lo metto in dubbio. Ma chi è che non ha problemi da affrontare?

E, proprio come inizialmente temetti, uno dei primi nodi venuti al pettine nella mia paternità con la Stargardt è stata proprio la questione delle favolette da leggere al mio ometto. “Non le posso leggere? Beh, allora sai che c’è? Me le invento!”.

E così, dedicandole al mio bambino, ho inventato un regno di boschi fantastici, in cui vivono numerosi e simpatici animaletti, protagonisti di storie e avventure immaginarie.

Le volete conoscere anche voi?

lunedì 26 ottobre 2015

ORPHA.NET - Istruzioni per la Ricerca




 è il portale di riferimento per la ricerca di informazioni relative al mondo delle Malattie Rare.
Qui è pubblicato un vero e proprio Elenco delle Malattie Rare, contenente la loro classificazione ed enciclopedia, includendo notizie relativi ai geni coinvolti nella malattia stessa.
 La ricerca può essere fatta usando il nome della patologia o, in caso non lo si conosca ancora, cercando i singoli sintomi caratteristici.

Fornisce indicazioni sulle Associazioni dei Pazienti, sui Professionisti e perfino sui progetti di ricerca scientifica.

Come prima, la ricerca andrà fatta sulla base del nome della patologia, per cui nel nostro caso basterà scrivere Malattia di Stargardt.


Tra le varie possibilità di ricerca, ritengo molto utile lo strumento che permette di trovare un elenco dettagliato dei Centri di Riferimento Diagnostico.
Per ogni struttura vengono indicati i nomi dei medici referenti, i loro recapiti mail e telefonici, nonchè indirizzi e quant'altro sia utile per un primo contatto con la struttura individuata.

giovedì 22 ottobre 2015

Impianti Retinici: stato dell'arte

Direttamente dall'Università di Tubinigem ecco la lista dei progetti per lo sviluppo di impianti retinici a livello mondiale.
Un utile specchietto per far capire al mondo che la scienza è allavoro!

Come dico sempre, ogni giorno qualcosa di fantascientifico diventa realtà.
E allora conserviamo il nostro capitale retinico con uno stile di vita sano, usando tutti gli accorgimenti del caso per proteggere i nostri cari occhi, perchè il nostro domani arriverà prima di quanto possiamo immaginare.

Ma al contempo cerchiamo di vivere la vita al meglio, senza perdere di vista la vera bellezza dell'esistenza stessa. Perchè è oggi il momento in cui dobbiamo sorridere, consci che il nostro più formidabile alleato, la scienza, è al lavoro giorno e notte!

Organization Principal Investigator Location Type of implant Status
Second Sight, Sylmar CA (USA) Mark Humayun USC Doheny Retina Institute, (USA) Epiretinal ARGUS II: CE mark (EU) and FDA approved
Retina Implant AG, Reutlingen (D) Eberhart Zrenner Univ. of Tuebingen (D) Subretinal Alpha-IMS: Human trials, CE mark for Europe
IMI GmbH Gisbert Richard Bonn Germany (D) Epiretinal Company closed, now PIXIUM IRIS I, Paris (F), clinical study started
Epi-Ret 3 Peter Walter 
Aachen University (D) Epiret., IOL-based receiver Human trials,started, company closed
Austral. Vision Prosthesis Group Nigel Lovell and Gregg Suaning U N S W, Australia Epiretinal Preclinical, see BIONIC VISION
Bionic Vision Australia Anthony Burkitt 
University of Melbourne, Australia Suprachoroidal 3 Pat wirebound suprachoroidal stimulation
NanoRetina Yossi Gross and Jim Von Her Herzeliya Pituach, Israel Epiretinal, needle electr Preclinical
Optobionics Alan and Vincent Chow  Chicago, USA Subretinal Hum. trials performed, company closed
Boston Subretinal Implant Project Joseph Rizzo and John Wyatt Harvard and MIT, USA Subretinal Preclinical stage
Stanford University Daniel Palanker Stanford University, USA Subret. directly light driven photodiodes Preclinica, now PIXIUM IRIS III, Paris (F)
Seoul National University J.-M. Seo Seoul, Korea Subretinal 3D-electrodes Preclinical
The Visual Prosthesis Project Nidek, Japan Gamagori, Japan Suprachoroidal Human trials ongoing
Japan Visual Prosthesis Project  Tohru Yagi  Tokyo Institute of Technology, Japan Biohybrid +regenerated neurons First pilot human trial in 2 Pat
Tohoku University Hiroyuki Kurino and Hiroshi Tomita Sendai, Japan Epiretinal 3D Preclinical
Multicontact OpticNerve cuff Electrode Jean Delbeke Université Catholique de Louvain, Belgium Optic nerve Clinical, 2 Patients, presently on hold
Cortivus Eduardo Fernandez Universidad Miguel Hernandez, Spain Cortical needle electrode Preclinical
Utah Visual Prosthesis Richard Norman University of Utah, USA Cortical Preclinical
Intracortical Visual Prosthesis Philip Troyk Illinois Institute of Technology, USA Cortical Preclinical, non-human primates
Polystim Neurotechnologies Mohamed Sawan Ecole Polytechnique de Montreal Cortical Preclinical
BrainPort V100 Wicab Inc., USA Middleton WI, USA Epilingual Human trials ongoing
I-SEE /InAuKa A. Kreiter, W. Lang, K. Pawelzik, U. Ernst University of Bremen (D) Cortical Non-human primates
Monash Vision Group Arthur Lowery Melbourne, Australia Cortical Pre-clinical, Non-Human Primate
The vOICe Peter Meijer Metamodal BV, The Netherlands Auditory Preclinical
Massachusetts General Hospital John Pezaris Harvard Medical School, Boston, USA Thalamic preclinical, Non-Human Primates
Starting list originally from S.J. Garg and  J. Federman, Optogenetics, visual prosthesis and electrostimulation for retinal dystrophies. Curr. Opin. Ophthalmol. 24: 407-414 (2013).



lunedì 19 ottobre 2015

TACO - Workshop 22 Ottobre 2015 - CNR Roma

Un nuovo appuntamento per tutti i compagni di Stargardt.

Il 22 Ottobre 2015, dalle ore 15:00 alle ore 18:00 presso il CNR di Roma, ingresso Via dei Ramni 19, aula Bisogni (1° Piano), ci sarà il secondo Workshop del progetto Taco sulla Malattia di Stargardt.





QUI potrete scaricare la locandina in pdf, dove troverete il programma e i contatti per partecipare..

giovedì 15 ottobre 2015

Occhiali FONDA NEAR

FONDA near, dedicato 
alla visione ravvicinata e alla lettura.

 

Si tratta di un occhiale ipercorrettivo prismatico binoculare.
Queste lenti prismatiche convergenti hanno un potere ingrandente che arriva fino a 5x, rendendo la visione da vicino molto più agevole. 
Si tratta sempre di ausili interamente personalizzati, per cui come sempre è necessaria la prescrizione di uno specialista della visione (oculista, ortottista).

Con questi occhiali è possibile intervenire fino a casi di ipovisione medio-gravi, permettendo al paziente di tornare a leggere nuovamente testi scritti con caratteri anche minuscoli, come quelli di un libro o di una rivista.

Questi ausili sono dedicati a chi ancora conserva la capacità della visione binoculare, quindi con entrambi gli occhi. Nel caso in cui questa non sia possibile, esiste un altro tipo di occhiale da utilizzare. 

Sto parlando dell'occhiale Fonda Aplanatico slim.


Indicato per gli ipovedenti medio-gravi con visione monoculare, questo sistema aplanatico di dimensioni molto ridotte consente di avere un potere ingrandente che arriva fino a 10x.

QUI trovate tutti gli altri ausili FONDA per la visione ravvicinata.

lunedì 12 ottobre 2015

iPad vs Abbagliamento : 1- 0

Assistendo a un tutorial sull'accessibilità dei dispositivi iOS, ho scoperto che la luminosità dei display Retina può essere portata al di sotto di quello che, normalmente, la barra di regolazione della luminosità consente.

Pare un gioco di parole insensato, lo so, ma provate a seguire queste istruzioni e poi mi saprete dire.

In pratica esiste una funzionalità dello Zoom che riduce ulteriormente la luminosità dello schermo, su iPad, iPhone e iPod. Questo minimizza sensibilmente l'abbagliamento da display retroilluminato, rendendo ancora più rilassante l'uso di tablet e smartphone.

Come si fa?
Ecco le istruzioni:
1. Accedere alle Impostazioni del dispositivo.
seleIonare la voce Accessibilità, quindi attivare la funzione Zoom.

2. A questo punto fare tip su Mostra Controller e, quando compare il controller, toccare le frecce in basso e a destra.



3. Si apre ora un menù: selezionare Scegli Filtro e poi Luminosità Bassa.
4. Disattivare la voce Mostra Controller e.... il gioco è fatto.

Noterete la differenza!

Sul fondo, inoltre, potrete regolare la percentuale di Zoom massima a cui lavorare quando richiamerete l'ingrandimento col tocco delle tre dita. Basterà regolarla spostandosi sulla barra di scorrimento che vedete in fondo alla pagina qui sopra riportata.

Devo però dirvi che ho notato un calo di autonomia del mio iPad, con questa impostazione attivata. In effetti il mio gingillo stava dando un po' i numeri da tempo, e ora che ho provveduto a un sano ripristino sembra che tutto sia tornato come nuovo. Vi saprò dire.

sabato 10 ottobre 2015

Vitis vinifera, la Vite.



a cura della dr.ssa Elena Z.


La Vitis Vinifera, o vite comune, è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo. poi diffusa attraverso i Romani a tutte le popolazioni conquistate. E' in tutte le sue componenti fonte inesauribile di risorse in campo nutrizionale, cosmetico e terapeutico. Più che di solo frutto, è infatti corretto parlare della vite in toto, in quanto se ne utilizzano varie parti: foglie, semi, frutti, linfa, gemme, ciascuna delle quali vanta diverse proprietà.


Il frutto della vite comune, l'uva, ricca di flavonoidi, "flavoni" e "antociani" che contribuiscono al suo colore e  svolgono una funzione antiossidante, ha un contenuto d'acqua pari all'80% del peso, 15% di zuccheri solubili, in particolare glucosio e levulosio variabili con il grado di maturazione, la coltivazione e il clima, e una presenza consistente di ferro, calcio, fosforo, tiamina, riboflavina,niacina, Vit.A e Vit.C . Nella sua polpa si riscontrano numerosi alfa idrossi acidi, fra cui acido tartarico libero e acido malico, mentre nell'uva acerba abbonda l’acido glicolico. Il succo d'uva ha un notevole valore calorico, pari a 900 cal/kg , ma e' molto digeribile, energetico, rimineralizzante, disintossicante, rinfrescante, diuretico, ha effetto lassativo e colagogo.

Le proantocianidine  esercitano un effetto antimutageno (correlato all'attività antiossidante), utile per prevenire l'invecchiamento cutaneo e le patologie a carattere cronico- degenerativo; in analogo modo, le proantocianidine esercitano una blanda inibizione enzimatica, favoriscono il corretto funzionamento del sistema periferico vascolare e, da ultimo, vantano buone potenzialità migliorative a livello oftalmico.


L’uva, in particolare quella rossa, contiene due sostanze antiossidanti interessanti, la quercitina e il resveratrolo. La quercetina è un flavonoide ed è contenuto anche in altri alimenti, tra quelli più ricchi oltre all’uva rossa, troviamo i capperi, le cipolle, gli agrumi, le mele e i mirtilli. Negli studi sperimentali la quercetina si è dimostrata uno dei flavonoidi più attivi, risultando utile nel sostenere le fisiologiche difese dell’organismo in caso di allergie e nel favorire i normali meccanismi di detossificazione del fegato.

La terapia contro la leucemia linfocitica cronica può essere migliorata dall'utilizzo di questo antiossidante naturale, in grado di potenziare l'efficacia dei farmaci. Lo dimostra uno studio dell'Isa-Cnr pubblicato dal British Journal of Cancer. Questa forma leucemica è la più frequente negli adulti e spesso risulta resistente ai chemioterapici.

Il resveratrolo appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi (arachide) e in particolari piante. Per esempio, nella medicina tradizionale asiatica si utilizza la pianta Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato. Nell’uva è contenuto solo nella buccia, mentre il contenuto nel vino dipende dalla pianta della vite, dalla locazione geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione. Come conseguenza, il contenuto di resveratrolo dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o rosato. Le sue attività biologiche sono diverse. Come molecola antinvecchiamento, il resveratrolo è attivo contro alcuni radicali liberi e impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. 

Sapevate che anche le foglie di vite si possono mangiare beneficiando così di altre proprietà? Sono infatti ricche di antociani, vitamina A, E, C, K, magnesio e tannini, dalle proprietà vasoattive e vaso protettive, quindi importanti per l’azione anche a livello della retina. Le foglie di vite ripiene con riso, spezie o carne sono un piatto tipico della cucina araba ma anche di alcuni paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo, quali Grecia e Turchia. Le dolmadakia* sono infatti un antipasto, forse per noi il più conosciuto, della tradizione culinaria greca.


QUI e QUI potrete trovare due ricette per i Dolmadakia.

Un tempo la linfa di vite, che trasuda dalla vigna dopo la potatura in primavera, veniva utilizzata per lavaggi agli occhi utili in caso di blefarite, orzaiolo, congiuntivite e cheratite. In effetti, recenti ricerche hanno confermato le proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie ed astringenti, già note alla tradizione popolare. La linfa di vite contiene inoltre la viniferina, un potente antiossidante, usato in campo cosmetico per ridurre le macchie cutanee e aumentare la luminosità della pelle.


I semi degli acini sono utilizzati come fonte di olio (olio di vinaccioli) che contiene circa l'11% di acidi grassi saturi, soprattutto acido palmitico, circa il 16% di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico), e circa il 73% di acidi grassi polinsaturi (acido linoleico). Viene largamente impiegato in ambito cosmetico per le proprietà antiossidanti, ma anche  astringenti, rassodanti e stimolanti sulla microcircolazione capillare. Insieme all'olio di cartamo è quello che ha maggior contenuto in acidi grassi polinsaturi e possiede azione lassativa ed ipocolesterolemizzante, dovuto alla presenza degli acidi grassi omega-6.

Attenzione, però, l’olio di vinaccioli, così come la maggior parte degli oli vegetali (escludendo l’olio extravergine di oliva) può essere estratto per spremitura a freddo, ma visto i costi piuttosto elevati dovuti alle basse rese, viene prodotto principalmente per estrazione con solvente. Nonostante sia ricco di composti antiossidanti di natura fenolica, anch'essi amici della nostra salute, l'olio di vinaccioli ottenuto per spremitura si altera con il calore ed andrebbe utilizzato preferibilmente crudo. Per evitare l'irrancidimento precoce è necessario conservarlo in luogo fresco, al riparo dalla luce e da fonti di calore. In commercio, si ritrovano comunque oli di vinaccioli raffinati con punto di fumo estremamente elevato, caratteristica che li rende adatti anche per piatti a lunga cottura. Purtroppo, se da un lato eleva la resistenza alle alte temperature, dall'altro la raffinazione riduce la quantità di sostanze antiossidanti presenti nell'alimento.

Gli acidi grassi monoiinsaturi, ed in particolare l'acido oleico, che è il principale componente dell'olio d'oliva, usati in sostituzione dei grassi saturi, riducono il colesterolo totale e la frazione LDL senza interferire con i livelli di HDL. Gli acidi grassi poliinsaturi della serie omega-3 (soprattutto EPA e il DHA), particolarmente rappresentati negli olii di pesce e di altri animali marini, hanno un significativo effetto ipotrigliceridemizzante ed un più blando effetto ipocolesterolemizzante, prevalente a carico della frazione VLDL. Gli acidi grassi poliinsaturi della serie omega-6 (di cui il più noto è l'acido linoleico) hanno un rilevante effetto ipocolesterolemizzante; per ogni 1% delle calorie totali della dieta fornite dall'acido linoleico in sostituzione dei grassi saturi, la colesterolemia si abbassa di circa 5 mg/dl. Elevati quantitativi di acidi poliinsaturi possono però ridurre il colesterolo HDL e aumentare l'indice litogeno della bile almeno in alcuni soggetti. La ricchezza di antiossidanti dell’olio di vinaccioli (soprattutto polifenoli, in seconda misura Vitamina E) contribuisce ad esaltarne le proprietà protettive sulla salute del sistema cardiovascolare, a patto, però, che venga consumato a piccole dosi (da 1 a 3 cucchiai al giorno da solo o come condimento), sia per evitare di assumere troppe calorie (il conseguente sovrappeso ne annullerebbe tutte le virtù), sia per non eccedere con l'apporto di omega-sei (che, quando non adeguatamente compensati da una dieta ricca di pesce o altre fonti di omega-3, favoriscono la produzione di eicosanoidi cattivi).

La mia scelta nell’alimentazione quotidiana, proprio per le caratteristiche ideali di composizione degli acidi grassi, rimane e sempre e comunque l’olio extravergine di oliva!


Una curiosità: l'essere umano non è l'unico ad aver scoperto che i cicchi d’uva in fase di marcescenza fermentano e diventano ricchi di alcol; si sono riscontrati diversi casi di animali, ad esempio gli elefanti, che vanno alla ricerca intenzionalmente delle proprietà inebrianti dei frutti caduti a terra e in fermentazione.



Bibliografia

Quercetin induced apoptosis in association with death receptors and fludarabine in cells isolated from chronic lymphocytic leukaemia patients. M Russo, C Spagnuolo, S Volpe, A Mupo, I Tedesco, GL Russo Br J Cancer advance online publication, July 20, 2010.



Le indicazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente.
E' pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.
 

giovedì 8 ottobre 2015

Finger Reader - leggere con un dito!

Un dispositivo anulare che può guidare nella lettura, scansionando ciò che volete leggere, su qualinque supporto, e che segnala con una vibrazione il raggiungimento di fine riga.

Un software open source che lavora al servizio di chi lo usa.

Direttamente dal MIT di Boston.

Guardate questi video...






Si tratta di un prototipo, ma verrà commercializzato in un futuro molto prossimo. 
QUI tutti i dettagli!




lunedì 5 ottobre 2015

Occhiali Leddles

Questi occhiali sono davvero tecnologicamente ben pensati. Vengono prodotti e commercializzati dalla FONDA



Abbinano la possibilità di montare lenti ingrandenti per la visione da vicino con un sistema a led da 90 lumen che garantisce luce chiara, senza ombre, costante e con un campo di illuminazione di 150°, corrispondente al campo visivo umano.

Si ricaricano direttamente dalla spina a 220 volt, la presa dell'accendisigari oppure, tramite la porta usb, con qualsiasi pc o batteria portatile.

Si possono inoltre personalizzare, montandoci lenti prismatiche o sistemi telescopici mono o binoculari, arrivando ad avere ingrandimenti fino a 10x.



Esatto, dieci ingrandimenti, in pratica un cannocchiale!



venerdì 2 ottobre 2015

Vaccinuim Myrtillis, sua maestà il Mirtillo Nero


a cura della dr.ssa Elena Z.



Come per tutte le piante, anche per il mirtillo ne esistono diverse specie e varietà ma proprio il mirtillo nero è quello che possiede le proprietà per la vista. Si tratta di una pianta spontanea in Europa; in Italia la troviamo nelle Alpi e negli Appennini fino all’Abbruzzo, fino a circa 2000 m.

Presso la tradizione nordica il mirtillo era considerato una pianta in grado di proteggere dalla malasorte. In Scandinavia i suoi rami venivano utilizzati nella cerimonia del "Piccolo Yule" (il 13 dicembre), un rito associato alla stella del solstizio d'inverno, conosciuta nella tradizione nordica come "portatrice di torcia", colei che proteggerà dai demoni.

Le bacche del mirtillo nero contengono molti acidi organici (malico, citrico ecc.), zuccheri, tannini, pectina, le vitamine A, C e, in quantità minore, la vitamina B e i glucosidi antocianici (mirtillina) i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e rafforzano la struttura del tessuto connettivo, che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità e il tono.

Questi principi contenuti nel fitocomplesso le conferiscono la proprietà capillaroprotettrice, rendendola particolarmente adatta al trattamento dei disturbi circolatori, specie di origine venosa e in tutti i casi di fragilità capillare, soprattutto a carico della retina, anche in caso di retinopatia diabetica o ipertensiva.

Queste virtù sono importanti per chi soffre di patologie come la Stargardt o le AMD, in quanto i rischi di edema retinico e maculare sono concreti. Un sostegno al tono e alla salute dei capillari retinici crea le condizioni per proteggersi al meglio da tali eventi.

Le antocianine sono capaci di inibire l'attività di alcuni enzimi che distruggono il collagene e i tessuti elastici dei capillari e dei vasi del sistema circolatorio periferico, provocando fragilità e la loro eccessiva permeabilità.

Queste sostanze inoltre favoriscono e aumentano la velocità di rigenerazione della porpora retinica (la rodopsina) degli occhi, che è il pigmento della retina, essenziale per la visione in condizioni di scarsa luminosità, acuendo la vista specialmente la sera, quando c’è poca luce.

I grandi pregi nutritivi del mirtillo derivano anche dalla ricca presenza di vitamina A e C (quelle in maggior quantità), ma anche di vitamine B1, B2, PP e di sali minerali essenziali per il nostro organismo (calcio, fosforo, ferro, sodio e potassio), che conferiscono alle bacche un’azione antiossidante. Restando nel contesto del fitocomplesso, la Vitamina A contenuta nel frutto non rappresenta un pericolo per i pazienti affetti da Stargardt ma, anzi, rende efficiente il processo della visione in modo biologicamente equilibrato.

Questi principi, nutritivi coadiuvati dagli antocianosidi, inibiscono validamente la formazione dei radicali liberi, responsabili dell'ossidazione delle particelle di colesterolo LDL, che è la causa fondamentale della formazione delle placche aterosclerotiche nelle pareti dei vasi sanguigni.

L’estratto secco di mirtillo si usa anche nel trattamento della diarrea, delle coliche dolorose addominali e delle cistiti, grazie alle proprietà antisettiche delle antocianine. L'estratto secco del mirtillo nero, per l'azione diuretica, può favorire la formazione di calcoli renali da ossalati e fosfati. Va quindi usato con cautela in soggetti predisposti.

Recentemente si è scoperto che le antocianine inibiscono l'adesione dei colibacilli alla parete dell'intestino e della vescica, fornendo così una spiegazione al loro uso nelle infezioni urinarie e intestinali, provocate dall'alterazione della flora batterica.

I mirtilli sono anche antiossidanti, anticancerogeni e proteggono dalle malattie coronariche. Ad aggiungere tali caratteristiche ai già noti effetti benefici sulle pareti dei vasi, è un gruppo di ricercatori trentini. Innanzitutto si è appurato che il mirtillo coltivato è del tutto simile a quello di bosco e può contenere in media circa 200 milligrammi per chilogrammo di una complessa miscela, contenente fino a 23 diversi flavonoli. Una singola porzione di mirtilli (150 grammi) fornisce quindi in media 30 milligrammi di flavonoli, una quantità due-tre volte superiore a quella giornalmente presente nella dieta occidentale. Le proprietà benefiche sui vasi sono merito delle antiocianine, mentre le nuove caratteristiche sarebbero spiegate dal contenuto di flavonoli glicosidi, in particolare la quercetina.

Tornando alle proprietà specifiche per la retina, la miglior modalità d’uso è quella di consumare le bacche fresche o il succo, che preservano maggiormente il cosiddetto fitocomplesso

A tal proposito, e a conferma di ciò, vorrei portare alla vostra attenzione un articolo che descrive un’indagine shock di altro consumo (QUI il link): molti degli integratori a base di mirtillo presi in considerazione hanno un contenuto davvero basso di antocianine (sostanze ad azione benefica sulla vista), molto inferiore rispetto a quello presente nei succhi 100% frutta, che tra l’altro hanno un costo assai più contenuto.

Afferma Renato Bruni, docente presso il corso di laurea in Scienze farmaceutiche applicate dell’Università di Parma, “Le antocianine sono molecole non particolarmente stabili e tendono a degradarsi abbastanza rapidamente nel tempo, soprattutto in assenza di un sistema “tampone” che le mantenga intatte. Stanno meglio a pH acidi come quelli dei succhi e se isolate e poste in ambiente secco risentono moltissimo dell’umidità sebbene, va detto, la loro degradazione porti spesso ad ottenere molecole diverse, ma comunque altamente antiossidanti. Il succo di mirtillo è quindi capace di mantenere più stabili le antocianine rispetto ad un estratto secco inserito in una compressa ed a sua volta perde qualcosa nel confronto con il frutto fresco”.

Un altro aspetto importante da considerare è la provenienza delle bacche. Se i prodotti sono di provenienza spontanea, è interessante sottolineare che vengono monitorati dall’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), come da normativa europea. Gli ambienti boschivi, tendenzialmente indisturbati, tendono infatti a trattenere in maniera più pronunciata i radionuclidi artificiali, in particolare alcune zone boschive di montagna a piovosità elevata hanno subito con particolare intensità gli effetti di Chernobyl.
I prodotti alimentari spontanei come funghi, bacche e selvaggina sono oggetto di una specifica normativa comunitaria che fissa un limite di 600 Bq/kg per il cesio.

Attenzione quindi alla provenienza dai paesi dell’Est, scegliamo prodotti raccolti spontaneamente (magari da noi stessi durante una bella passeggiata) o coltivati in Italia, meglio se con metodi biologici!

Curiosità: sapevate che di mirtilli ne esistono circa 100 diverse varietà?

Ricetta Succo di Mirtilli 



Pulite i mirtilli e metteteli sul fuoco in una casseruola il tempo necessario a farli ammorbidire. Passateli poi attraverso un setaccio a maglia fine e schiacciateli con una spatola di legno. Raccogliere il succo e mescolatelo alla quantità di zucchero che più vi aggrada (max 300 g/L). Invasate in piccole bottiglie, che chiuderete e disporrete in una pentola con acqua fredda. Per la sterilizzazione sarà sufficiente bollire per 20 minuti. In questo modo potete conservare il vostro succo di mirtilli diversi mesi in luogo fresco e al riparo dalla luce.
Una volta aperto il vasetto, il succo si conserva in frigorifero e deve essere consumato nel giro di qualche giorno.



Bibliografia

Identification and quantification of flavonol glycosides in cultivated blueberry cultivars. Urska Vrhovsek, Domenico Masuero, Luisa Palmieri, Fulvio Mattivi. Journal of Food Composition and Analysis, Vol. 25, 2012.

http://www.cure-naturali.it/mirtillo/2398#Proprieta%20del%20mirtillo

http://www.ilfattoalimentare.it/integratori-al-mirtillo-grazie-meglio-un-succo-di-frutta-linchiesta-shock-di-altroconsumo.html


Nota: Le indicazioni contenute in questo post non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente.
E' pertanto opportuno co
nsultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista.


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